Premessa doverosa e fondamentale: la Juventus anche 11 contro 11 avrebbe dovuto fare a fettine un Sassuolo che nelle precedenti partite aveva incassato 14 reti e non ci sono giustificazioni alla prestazione dei bianconeri e agli errori, certuni da dilettanti, commessi al Mapei Stadium. Detto questo, mi sento abbastanza preso in giro da questo modo di utilizzare il regolamento, ma ancor di più dalla maniera in cui vengono trattati gli errori da chi dovrebbe fare chiarezza, a seconda delle squadre in campo.
Da inizio stagione abbiamo assistito ad una pletora di interpretazioni per episodi identici e oggettivi, che in epoca VAR non dovrebbero più esistere. Parlo ad esempio del fuorigioco passivo o attivo davanti ai portieri. In questo inizio di stagione abbiamo assistito ad interpretazione varie ed eventuali, con portieri dalla visibilità perfetta che hanno trovato supporto nella tecnologia e gol annullati ai rispettivi avversari, mentre altri cui è stato letteralmente impedito di intervenire, sono stati costretti a subire gol senza colpo ferire.
Rocchi assolve arbitro e VAR di Sassuolo-Juve
Esattamente come l’anno scorso, episodi che non dovrebbero lasciare adito ad interpretazioni, diventano magicamente soggettivi. L’ultimo caso è rappresentato dalla mancata espulsione di Domenico Berardi in Sassuolo-Juve, per un’entrataccia all’altezza dello stinco di Gleison Bremer. L’arbitro dà il giallo e il VAR non interviene per cambiare una decisione sbagliata. Il designatore Gianluca Rocchi ammette a DAZN che a suo avviso quello è un rosso “da campo”, ma non se la sente di colpevolizzare l’arbitro perché siamo nell’ambito di decisioni soggettive, a suo dire. Nessuna colpa nemmeno per il VAR, che non avrebbe avuto a disposizione tutti gli elementi per decidere.
Perdonatemi, ma qui siamo al livello dell’episodio di Juventus-Salernitana, quando arbitro e guardalinee presero la decisione giusta e poi addirittura con la VAR si indusse il direttore di gara in quello che a mio avviso è l’errore più grave da quando è stata introdotta la tecnologia. Dopo Sassuolo-Juve, così come dopo quella sciagurata direzione dello Stadium dello scorso anno, nessun arbitro o VAR è stato fermato o sospeso dal designatore, che invece si è subito catapultato ad annunciare il fermo (ma non la sospensione) di arbitro e VAR dopo Juve-Bologna, citando però come errore solo il rigore (reale o presunto) in favore dei rossoblu.
Il solito “sentimento popolare”
In questo modo è davvero difficile chiedere ai tifosi della Vecchia Signora di accettare certi verdetti, perché l’impressione è che gli episodi e anche le “punizioni” nei confronti di chi dirige le partite siano prese sulla base della mediaticità. E sappiamo bene che un episodio a favore della Juve crea una cassa di risonanza pazzesca, mentre uno che penalizza i bianconeri è sempre “il primo della storia”. In questo modo, si rischia di alimentare un circolo vizioso che porterà sempre alcuni addetti ai lavori a cavalcare l’onda anti-bianconera per ottenere sempre il massimo della severità in certuni episodi piuttosto che in altri.
Oggi, infatti, dell’errore in Sassuolo-Juventus se ne parla poco o nulla, ma provate a immaginare se la Juventus avesse vinto per 4-2 e sul punteggio di parità Bremer non fosse stato espulso per la stessa entrataccia commessa da Berardi su un calciatore neroverde… Come minimo oggi avremmo letto l’apertura dei principali quotidiani, come del resto abbiamo visto dopo Juve-Lazio, una gara in cui non ci sono stati errori e che ha alimentato il sentimento popolare solo per via del silenzio stampa deciso dai biancocelesti.
Non se ne esce, insomma, e come scrivevo anni addietro, molto prima che fosse introdotta questa moviola in campo, le polemiche non si sono di certo placate. Semplicemente, si sono spostate verso un altro grado della discussione, ma la cosa più grave è che non è diminuita la soggettività e la discrezionalità degli arbitri.