Primi tre punti per Igor Tudor sulla panchina della Juventus, con i bianconeri che tornano al successo dopo le due sciagurate sconfitte contro Atalanta e Fiorentina, in cui hanno rimediato 7 reti senza segnarne nemmeno una. Una vittoria di corto muso quella interna contro il Genoa, che è arrivata al termine di una partita non proprio esaltante dal punto di vista del gioco, ma personalizzando un vecchio detto, in questo momento “a caval donato si salta in groppa”.
Quarto posto tutt’altro che scontato
La Juve non può permettersi di andare troppo per il sottile, poiché il Bologna non molla il quarto posto e i bianconeri dovranno fare di tutto per conquistare la prossima Champions League ed evitare un altro sostanzioso aumento di capitale da parte della proprietà. Ovviamente, in tre allenamenti non si poteva pretendere la luna con Tudor che ha cercato più che altro di normalizzare la squadra, motivandola e chiedendo cose semplici, seppur modificando il modulo di gioco.
Poco palleggio e tanta verticalità, è stata questa la prima richiesta del nuovo tecnico croato della Juventus, che ha ripetutamente invitato Vlahovic ad attaccare la profondità e i centrocampisti a giocare in avanti piuttosto che continuare a passarsi la palla in orizzontale. Non che questo abbia innalzato in maniera esponenziale le occasioni create, ma di sicuro si sono sfruttate maggiormente le caratteristiche dei singoli, alcuni dei quali si sono sacrificati molto per il collettivo.
Il meglio e il peggio visto col Genoa
Gonzalez ha svolto tanto lavoro sporco come quinto di destra, così come McKennie sul versante mancino. Thuram ha al solito giganteggiato in mediana di fianco a un attento Locatelli, mentre Yildiz, libero di svariare tra il centrocampo e l’attacco, si è molto divertito a mettere in mostra i suoi colpi di classe. La nota dolente è stata ancora una volta la prestazione di Koopmeiners, che seppur in una posizione a lui più congeniale, praticamente identica a quella che occupava all’Atalanta, non è riuscito a incidere, facendosi notare soprattutto per una conclusione alle stelle in un’occasione che avrebbe sicuramente potuto sfruttare meglio. Da valutare le condizioni di Gatti, che è uscito dal campo dopo 27 minuti per un calcione sotto il polpaccio.
Normalizzare la Juve prima di ripartire
Insomma, per adesso va più che bene così, del resto Tudor era stato chiaro nella conferenza stampa della vigilia: per vedere un cambio di mentalità servirà qualche settimana. L’importante era partire con il piede giusto, ridare serenità all’ambiente e ritrovare l’unità d’intenti in un ambiente che negli ultimi tempi è parso letteralmente dilaniato. Ripartire dalle macerie non è semplice per nessuno e non è nemmeno scontato che il croato riesca a conquistare l’obiettivo fissato dalla società. La Juve, però, deve sempre fare la Juve, a partire dai giocatori passando per area tecnica, società e tifosi. E anche l’atteggiamento delle curve è cambiato assieme al cambio di allenatore. La speranza di tutto l’ambiente è che sia un buon viatico per la rinascita alla vigilai di quello che potrebbe essere un altro anno zero. L’ennesimo nella storia recente per la Signora.