Prende il via una tre giorni di Coppe Europee che misurerà la temperatura al calcio italiano. A che punto è la crescita del movimento calcistico nazionale, considerato che già i risultati dei gironi sono peggiorati rispetto alla passata stagione? Si era detto dopo la vittoria degli Europei, che l’impresa di Roberto Mancini e degli azzurri avrebbe trainato tutti verso un calcio maggiormente propositivo. Anzi, per molti addetti ai lavori, il fatto che ci siano ben tre squadre a contendersi il tricolore quest’anno, è segno proprio di una crescita soprattutto a livello di mentalità. Si dice che ci sia un atteggiamento “più europeo” in molti club italiani, salvo però poi non spiegare perché alcuni di questi eminenti esponenti abbiano già fallito nelle coppe.
La delusione “giochista” di Milan e (in parte) Atalanta
Il Milan, attuale capolista del campionato italiano, ha salutato subito la Champions chiudendo all’ultimo posto nel gruppo B con soli 4 punti in 6 partite. L’Atalanta, altra squadra che pratica un calcio propositivo, è stata eliminata anch’essa ai gironi, ma ha quantomeno guadagnato il “paracadute” degli spareggi di Europa League (doppia sfida con l’Olympiakos). A tenere alto il nome dell’Italia nella massima competizione continentale sono rimaste Juventus e Inter. La Vecchia Signora, dopo aver vinto il gruppo H davanti ai campioni in carica del Chelsea, è ora chiamata ad una doppia sfida complicata contro il Villarreal. Una squadra molto organizzata e che ha domato proprio la Dea nella fase a gironi: dopo le eliminazioni con Lione e Porto, a Torino si aspettano un ritorno tra le prime 8 d’Europa, soprattutto dopo i nuovi acquisti di gennaio e visto che lo scudetto sembra andato, per il secondo anno di fila.
Inter già tra le grandi d’Europa?
L’Inter di Simone Inzaghi, invece, ha già fatto uno step in avanti superando i gironi dopo due anni di delusioni contiane. È curioso che siano passate proprio le due squadre che dagli addetti ai lavori erano considerate “meno europee” delle altre. Ora, però, per i nerazzurri c’è l’esame Liverpool, ovvero una delle candidate alla vittoria finale. Assodata la crescita nel panorama nazionale, i meneghini ora capiranno se sono già vicini all’Olimpo del calcio internazionale, oppure se servirà ancora del tempo e altri step per avvicinarsi.
Gli spareggi di Europa League
Ci si attende tanto anche dal Napoli, terza forza della Serie A, che affronterà negli spareggi di Europa League una nobile decaduta, il Barcellona. Se è vero che Luciano Spalletti stia compiendo un miracolo e che a livello di proposta di gioco i partenopei siano migliorati, i partenopei non possono non puntare a passare il turno contro i catalani. La formazione di Xavi è probabilmente la peggiore dei blaugrana nell’ultimo ventennio, ragion per cui se non ora quando? Domanda che vale anche per la Lazio di Maurizio Sarri, che ha fatto un scelta importante e coraggiosa avviando una rivoluzione tattica che richiederà ancora del tempo, ma che a livello europeo dovrebbe dare già i suoi frutti. Il Porto sarà un bell’esame per i capitolini, visto che negli ultimi due anni gli uomini di Sergio Conceicao hanno prima eliminato la Juventus agli ottavi di Champions, poi si sono piazzati davanti al Milan nel girone dello stesso torneo.
Nessuna italiana quest’anno ha vinto il girone in Europa League (la Roma ha chiuso al primo posto in Conference League e si è qualificata direttamente agli ottavi) nonostante avversarie nettamente alla portata. Un po’ questa competizione viene snobbata per il campionato, ma ora che si è passati alla fase ad eliminazione diretta, ci si attende una prova di forza, perché altrimenti questa fantomatica “crescita” sospinta dal bel gioco è destinata ancora una volta a rimanere solamente una narrazione. Nei giorni scorsi, l’ad del Milan Ivan Gazidis ha parlato di “un dominio di 9 anni della Juventus poco salutare per il calcio italiano”. In quel ciclo, però, l’Italia ha recuperato un posto in Champions (salendo da 3 a 4) e ha raggiunto due volte la finale dello stesso torneo (sempre con i bianconeri). Quel regno si è concluso, scuse non ce ne dovrebbero essere più. Giusto?