Lo scudetto è ormai del Napoli, che ha 18 punti di vantaggio sulle prime inseguitrici, mentre in coda due squadre (Sampdoria e Cremonese) sembrano già con un piede in Serie B. È dunque la lotta per i posti che valgono l’Europa a tenere vivo l’interesse per un campionato che ormai di appeal ne ha ben poco. Le coppe, con la Champions League in testa, sono quelle che aumentano gli introiti per i club nostrani, che di soldi veri purtroppo non hanno ben pochi. Inevitabile, dunque, che ci sia bagarre, ricordando che i primi quattro posti danno accesso alla “coppa dalle grandi orecchie”, quella che garantisce i maggiori ricavi, poi 5° e 6° posto portano in dote l’accesso ai gironi di Europa League, mentre il 7° porta agli spareggi di Conference League. Ovviamente, c’è la Coppa Italia che può cambiare le carte in tavola, poiché la vincitrice accederebbe insieme alla quinta in classifica in Europa League, mandando la sesta in Conference. Insomma, bisognerà attendere anche la fine di quel torneo per avere il quadro completo, ma anche dei processi sportivi.
Juventus in Champions? Le due vie
Sì, perché c’è la variabile Juventus che può radicalmente modificare la lotta per i primi posti, sempre che da altre procure non arrivino altri filoni d’inchiesta che vadano ad intaccare il percorso di altre, come ad esempio l’Atalanta. I bianconeri sono risaliti fino al 7° posto dopo la penalizzazione di 15 punti e virtualmente sono in Conference League. Ovviamente, dalle parti della Continassa vogliono la Champions League, che può arrivare dal campo, anche se è difficile, oppure dalle prossime mosse della giustizia sportiva. Se dovessero continuare a viaggiare con questa media punti e quelle davanti avere ancora un rendimento altalenante, Max Allegri e i suoi potrebbero davvero centrare un’impresa titanica. Anche perché ora il tecnico livornese ha al proprio arco anche la freccia Pogba e con la rosa al completo questa Juventus è in grado di battere chiunque.
Nella giornata di ieri, però, il club torinese ha anche presentato il ricorso al Collegio di Garanzia presso il Coni (lo stesso hanno fatto gli ex dirigenti Agnelli, Arrivabene e Paratici per le rispettive inibizioni) e tra marzo e aprile si attende una risposta. I legali della Juve contestano alla Corte di Appello Federale la violazione di diversi articoli, non potendo il Collegio di Garanzia entrare nel merito della vicenda. Sono tre i possibili scenari in questo senso: conferma della sentenza, annullamento della stessa con restituzione dei 15 punti in toto, oppure rinvio alla CAF per riformulare accuse e condanne. In quest’ultimo caso, la Juventus potrebbe uscirne con una penalizzazione inferiore, incidendo comunque sulla classifica.
Insomma, è tutto in divenire, perché poi ci sarà anche il filone della cosiddetta “manovra stipendi”, il cui processo potrebbe arrivare a sentenza di primo grado a maggio, con gli altri due gradi di giudizio ad estate inoltrata. Una situazione che genererebbe incertezza per il calciomercato e anche per il campionato successivo, a meno che, come vuole qualche spiffero raccolto negli ultimi tempi, ci sia un patteggiamento. Se ci sarà collaborazione tra Juventus e Procura Federale prima del deferimento per gli stipendi, i bianconeri potrebbero cavarsela con una pena minima e mettere al sicuro la programmazione per la prossima stagione. Altrimenti, il rischio è quello di una nuova stangata per via della possibile estensione, ancora una volta, di una violazione contabile alla lealtà sportiva e al cosiddetto articolo 4, quello che consente di dare penalizzazioni in punti, il vaso vuoto che i giudici sportivi affermano di poter riempire a loro discrezione.
Un prodotto calcio con l’acqua alla gola
Ovviamente, alle vicende di casa Juve è interessato tutto il calcio italiano e la stessa politica. Il “prodotto” è in forte crisi e la preoccupazione è tanta, come conferma anche il presidente della Figc, Gabriele Gravina. Si va verso una drastica riduzione degli introiti dei diritti televisivi, con i broadcaster che ovviamente seguono attentamente i processi sportivi dei bianconeri. Il brand italiano più importante del mondo sui social, ha un peso elevatissimo nella valorizzazione del prodotto calcio e senza questo marchio i diritti varrebbero ancora di meno. Un periodo critico per una delle più importanti industrie del Paese potrebbe diventare letteralmente uno tsunami, visto che negli anni non si è fatto nulla per recuperare appeal e diversificare i ricavi. Il rischio è quello di un punto di non ritorno.