Novak Djokovic: dopo il ritiro del grande campione dal Miami Open 2024 e dopo essere stato battuto da Luca Nardi nel torneo dell’Indian Wells 2024, i fan si chiedono se Novak riuscirà a trovare l’energia giusta per affrontare la nuova generazione di tennisti combattivi come Jannik Sinner e Alcaraz. E sì, dovrà rimettersi in forma e trovare più equlibrio per poterli battere negli Slam di quest’anno, perchè come tutti i grandi campioni per Nole non è facile ritirarsi. Soprattutto comprendere se sia il momento giusto o meno non sta sicuramente a noi: solo lui saprà quando sarà davvero finita.
“Sento di voler andare avanti, e quando sentirò di non essere in grado di competere con i ragazzi ai massimi livelli e di essere un contendente per un titolo del Grande Slam, allora probabilmente prenderò in considerazione l’idea di ritirarmi, […] “Ma questo può cambiare ovviamente, molte cose possono cambiare, non sono più un adolescente.
Novak Djokovic
Sono un padre e un marito e fuori dal campo succedono un sacco di cose che mi piacciono e che richiedono la mia attenzione, la mia presenza e la mia energia quindi sì, lo sai comunque, sono davvero felice di essere dove sono e vediamo fino a che punto si arriva.”
Per ora il campione Novak Djokovic non pensa al ritiro, soprattutto nel gennaio 2024 ha affermato di non aver proprio voglia di lasciare il tennis come il suo rivale Rafael Nadal, che ha lasciato intendere che il 2024 potrebbe essere il suo ultimo anno in tournée. Dopo di lui ci sono i nomi di Andy Murray, Stan Wawrinka e Richard Gasquet.
Djokovic il “ritiro” dal Miami Open 2024 è un forfait in attesa della terra rossa
Tuttavia per Djokovic se non c’è stato unvero e proprio ritiro, dopo la sconfitta subita al terzo turno del BNP Paribas Open di Indian Wells contro Luca Nardi, ha ufficialmente annunciato il suo forfait dal secondo Masters 1000 della stagione, il Miami Open. Il campione non ha punti da difendere in Florida – dove tra l’altro manca dal 2019 – e tornerà in Europa per la stagione sulla terra rossa.
Nonostante ciò è umano per lui chierdersi: per quanto tempo giocherò ancora? Risponde a LiveMint: “Sai, i giocatori vanno e vengono […] Sarà lo stesso tipo di destino per me. Alla fine un giorno lascerò il tennis tra circa 23, 24 anni. E ci saranno nuovi giovani giocatori in arrivo. Fino ad allora, immagino che mi vedrete un po’ di più.
Il ritiro dallo sport: il significato e la motivazione cambiano a seconda del campione
Solo per fare un esempio Carmelo Anthony, Megan Rapinoe e Peter Sagan, sono solo alcuni nomi di sportivi professionisti che hanno deciso di ritirarsi e lo hanno fatto l’anno scorso. Ma non per questo non hanno lasciato un segno indelebile, non solo vincendo coppe e premi ma anche a livello sociale. Megan Rapinoe ex calciatrice centrocampista statunitense- oro Olimpico nel 2012 a Londra, due volte campionessa del mondo e medaglia di bronzo a Tokyo 2020 – ha lottato nella sua carriera per la parità di diritti e di retribuzione delle giocatrici negli Stati Uniti. Tutti questi sportivi hanno dato tutto allo sport e hanno voluto dare il meglio di loro e tutto quello che avevano da dare. Per questo non è facile ritirirarsi e forse nemmeno comprendere per questo quando è arrivato il momento giusto. Ma c’è un momento giusto? Carmelo Anthony ad esempio lo ha capito: per lui quel momento è stato il 22 maggio 2023, quando ha annunciato pubblicamente che non avrebbe più giocato a basket: tuttavia il momento era giusto per lui, soprattutto perchè il suo nome rimarrà per sempre nella storia.
Il ritiro è un momento molto difficile per un atleta e non meno scioccante è l’impatto che ha sui suoi fans: tra i ritiri che hanno lasciato i fans con il fiato sospeso sicuramente potremo ricordare quello di Micheal Jordan. Jordan – dopo aver vinto tre titoli NBA consecutivi con i Chicago Bulls – si ritirò improvvisamente prima dell’inizio della stagione 1993, suo padre fu assassinato e lui probabilmente affrontò un periodo complesso. Dopo il ritiro e dopo aver giocato a baseball nelle leghe minori, Jordan tornò ai Bulls nel marzo 1995. Uno dei momenti più sbalorditivi fu anche il ritiro di Magic Johnson nel 199. la stella dei Lakers annunciò pubblicamente il ritiro dall’NBA dopo essere risultato positivo all’HIV: si, questo è stato uno degli eventi più inaspettati nella storia dello sport. Tuttavia la diagnosi non rallentò mai Johnson, che tornò a giocare nell’All-Star Game e nelle Olimpiadi del 1992 e iniziò una carriera imprenditoriale di successo. Ma ci sono anche le storie di Kirby Puckett e Pat Tillman. Puckett, difensore centrale della Baseball Hall of Fame, una mattina del 1996 si svegliò una mattina di marzo senza vedere dall’occhio destro. Gli fu diagnosticato un glaucoma e fu costretto a ritirarsi ufficialmente quattro mesi dopo. Tillman, che giocava negli Arizona Cardinals partì invece in servizio per l’Afghanistan, arruolandosi nell’esercito otto mesi dopo gli attacchi dell’11 settembre. Due anni dopo fu ucciso sul campo.
Queste storie ci fanno capire che le motivazioni al ritiro dei grandi campioni sono veramente diverse tra loro e che spesso non hanno nulla a che fare con motivi legati all’ego.