Cambierà tutto per non cambiare niente. Il calcio italiano è chiamato a rieleggere i propri organi e si va verso la conservazione. I fari sono puntati ovviamente prima di tutto sulla Federazione Italiana Giuoco Calcio, dove si va spediti verso un altro mandato di Gabriele Gravina. Avversato da tanti, messo sotto inchiesta e anche spiato, il numero uno federale ha fatto un po’ di melina prima di annunciare la sua ricandidatura. L’impressione che ho è che l’attuale numero uno della federazione non sia mai stato in dubbio, ma sfruttando anche un sentimento popolare avverso ci ha tenuto a far passare questa nuova rielezione come un sacrificio.
FIGC e Lega Serie A: altri rimpianti dopo le elezioni?
Della serie: avrei voluto lasciare, ma è troppo importante che io resti in sella in questo moment delicato, non potevo abbandonarvi. Il largo consenso di cui gode Gravina e gli equilibri nei voti impediranno a qualunque altro candidato di insidiarlo. Si è parlato tanto nei giorni scorsi di Alessandro Del Piero, ma l’ex numero 10 della Juventus non è mai stato candidato ufficialmente ed essendo un “uomo di campo” e non uno che ha alle spalle poteri e politica, rimarrà la classica occasione mancata. Il Pinturicchio avrebbe potuto sicuramente portare freschezza e nuove idee al calcio italiano, facendo crollare anche dei cerchi di potere che ormai si sono instaurati da anni e sono garanzia di status quo.
Sorridono le big della Serie A, Inter e Juventus su tutte, che pur di non darla vinta a Lotito e De Laurentiis, si sono schierate con la continuità. Uno schema che si ripeterà anche in Lega Calcio, dove ancora una volta si andrà a pescare tra manager legati a politica o gruppi di potere e non a personaggi che provengono strettamente dal mondo del calcio. Il presidente Casini e l’ad De Siervo, che non hanno di certo brillato in questi anni, nemmeno dal punto di vista della comunicazione, saranno sostituiti da altri elementi scelti da chi ha un peso specifico nella stanza dei bottoni.
I “soliti” candidati
Nei giorni scorsi il nome più accreditato era quello di Carlo Bonomi, ex numero uno di Confindustria e grande tifoso dell’Inter. Bonomi sarebbe stato sponsorizzato su tutti da dal presidente federale Gravina, dal suo avvocato Viglione (avvistato in occasione dell’ultima festa scudetto dei nerazzurri sul terreno del Meazza) e dal presidente dell’Inter Beppe Marotta. Alla Juventus, il candidato non sarebbe dispiaciuto, così come non sembra dispiacere quello passato in vantaggio negli ultimi tempi. Stiamo parlando di Ezio Maria Simonelli, ex commercialista di Silvio Berlusconi e grande amico di Adriano Galliani, oggi al Monza ed ex presidente della Lega Serie A egli stesso. Ormai tagliato fuori Umberto Gandini attualmente al comando della Lega Basket Serie A.
Al momento non si intravede un moto di svolta rispetto all’attuale establishment. La rielezioni di Gravina darà continuità all’attuale mancanza di risposte e alle promesse di riforme del calcio che non sono mai state attuate. A livello di Lega Serie A, invece, c’è da capire se si proverà quantomeno il rilancio di un brand, quello del massimo campionato italiano, che dopo essere stato per decenni il modello da evitare, è stato relegato ora al livello delle pur meritevoli di rispetto leghe olandese e belga.