L’Italia è da sempre uno dei Paesi di riferimento nel settore degli esport in Europa. Nonostante il decremento di utenti esport nel post-pandemia, il Belpaese resta una delle nazioni di riferimento in termini di engagement dei fan anche per quanto riguarda il 2023. É quello che è emerso da Let’s play 2022, uno studio di Deloitte e Isfe: vediamo nello specifico di cosa si tratta.
eSport 2023: let’s play 2022, lo studio dedicato al mondo degli esport
I dati raccolti nell’edizione 2022 di Let’s Play, lo studio dello Sport Business Group di Deloitte in collaborazione con l’Interactive Software Federation of Europe (ISFE), dedicato al mondo degli eSports a livello europeo, ci dicono che dopo l’importante crescita avvenuta nel 2020, il reach complessivo degli esport in Europa mostra segni di rallentamento: rispetto al 2021, infatti, si è registrato un incremento del +1%, mentre era del +5% l’anno precedente, ovvero tra il 2020 e il 2021.
Il ritorno alle attività outdoor ha portato ad un abbassamento (-7%) del livello di engagement nei confronti di contenuti relativi agli esport. Insieme a Polonia e Spagna l’Italia si conferma una delle Nazioni con la maggiore incidenza e con un maggiore coinvolgimento dei fan. Alla base di questo studio c’è il coinvolgimento di circa 14.000 individui tra i 16 e i 65 anni di 11 paesi europei.
eSport, continuano gli investimenti in Europa
Nonostante la redditività piuttosto bassa delle società, il settore degli esport sta diventando sempre più attraente per gli investitori, anche tra quelli i cui prodotti e servizi principali non sono correlati ai videogiochi. In tema di sponsorizzazioni, sempre secondo questo studio, i settori che saranno più attivi sono quelli che riguardano in modo particolare i produttori di hardware per computer, le telecomunicazioni e le periferiche per videogiochi.
Il fermento intorno agli esport sta spingendo un numero sempre più crescente di investitori in cerca di opportunità di investimento anche per il 2023. Let’s play 2022 registra infatti ben 51 acquisizioni dal 2019, di cui il 29% di queste ha coinvolto come acquirente aziende di industrie tradizionali, privati o celebrità.
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