La Juventus torna alla vittoria nella semifinale di Coppa Italia battendo la Lazio di Igor Tudor per 2-0. Devo essere molto sincero: per la seconda volta in pochi giorni la squadra biancoceleste mi è parsa tutt’altro che guarita e irresistibile, a conferma che il lavoro per il tecnico croato sarà ancora lungo e complicato. In campionato i capitolini si sono imposti approfittando di una disattenzione della retroguardia bianconera dopo una gara solida, ma non proprio scoppiettante. Ieri sera, invece, nonostante una Juve dimessa e impaurita nella prima frazione di gioco, i laziali non hanno saputo approfittare e nella ripresa sono letteralmente crollati da ogni punto di vista: tecnico, tattico, mentale, atletico.
Juve-Lazio 2-0: vittoria bianconera meritata
La vittoria della squadra di Massimiliano Allegri è stata strameritata, anche se dire che la Juventus sia guarita sarebbe quantomeno azzardato. La partenza è stata sprint, quasi a volersi mangiare il mondo, ma dopo il rigore dato e poi sottratto con la VAR, c’è stato il solito crollo che ci ha costretti ad assistere a un tempo di agonia. Nella ripresa le cose sono cambiate, soprattutto dal punto di vista della motivazione, quasi che nell’intervallo siano state toccate le corde giuste da parte dell’allenatore. Complici anche dei buchi clamorosi della difesa di Tudor, la Vecchia Signora si è infilata come il burro e al resto ha pensato la qualità, mai in discussione, che hanno Federico Chiesa e Dusan Vlahovic.
Dopo le due reti è stata normale amministrazione, anche se ricordiamo che ci sarà un secondo round da giocare all’Olimpico tra 20 giorni e sarà pur sempre un’altra storia. Certo, la Lazio dovendo rimontare dovrà attaccare ed esporsi a dei rischi, ma da qui ad allora non si può dire a che tipo di Juventus assisteremo. Cosa rimane dunque della serata dell’Allianz Stadium? Rimane una squadra convalescente che però ha dimostrato di avere orgoglio e qualità in grado di migliorare lo score degli ultimi due mesi. Rimane un gruppo che si è ritrovato unito e in sintonia con l’allenatore (a fine partita Vlahovic ha fatto i complimenti ad Allegri per come ha preparato la gara).
Giuntoli-Manna: l’abbraccio prima della separazione
Rimane l’esultanza di Cristiano Giuntoli, Football Director, che al gol di Dusan ha preso per il colletto della camicia un altrettanto euforico Giovanni Manna. A meno di clamorose marce indietro, i due a fine stagione si separeranno, ma “fino alla fine” non è solo un modo di dire alla Continassa. È uno stile di vita e fino al cambiamento, ormai irrevocabile, tutti remeranno dalla stessa parte per il bene dei colori bianco e nero. Manna con ogni probabilità finirà al Napoli; Giuntoli sarà raggiunto da alcuni dei suoi storici collaboratori per rafforzare il suo peso all’interno del club Juve, ma fino ad allora massimo sostegno ai ragazzi e a Max Allegri.
Un Allegri provato
Anche il mister, nel post partita, è parso assai provato. Si è preso le colpe più volte e ha lasciato l’impressione di uno a cui il destino sia stato già comunicato. Il tecnico livornese, però, è juventino vero e fin quando siederà sulla panchina della Signora farà di tutto per riportare la squadra in Champions League e provare a vincere un altro trofeo. Gli si può imputare tutto, ma non che non sia dedito alla causa. Il suo obiettivo è chiudere in bellezza e sarebbe del resto il finale migliore per tutti. Checché ne dica una fetta di popolo bianconero che ormai – vedasi i fischi ad Alex Sandro – fa più il tifo per le proprie idee, piuttosto che per i colori che dice di amare.