Gennaro Gattuso è il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. Presentato ufficialmente il 19 giugno, il nuovo ct ha subito chiarito la sua missione: «Mettere l’Italia al centro di tutto e trasmettere ai ragazzi i valori della maglia azzurra». Gattuso Italia: in questo articolo, le prime parole del nuovo Ct e il progetto per ritrovare l’identità perduta e riportare gli Azzurri ai Mondiali 2026.
Gattuso Italia: un nuovo Ct per ritrovare identità e orgoglio azzurro
Gennaro Gattuso è stato nominato dal presidente Gravina nuovo Ct della Nazionale italiana. È l’ennesimo tentativo per risollevare una squadra che rischia di affondare, puntando proprio su quel senso di appartenenza che Gattuso ha sempre incarnato.
La sua generazione, quella del Mondiale 2006 vinto a Berlino, aveva un legame autentico con la maglia azzurra. Da allora però, la competizione più importante è diventata quasi un tabù: due presenze poco brillanti nel 2010 e 2014, e due clamorose mancate qualificazioni, a Russia 2018 e Qatar 2022.
In panchina adesso siede un simbolo del nostro calcio. «Per Gattuso la maglia azzurra è come una seconda pelle», ha dichiarato Gabriele Gravina per accoglierlo. Le parole sono importanti, ma sarà il campo a parlare.
Gattuso Italia: sei vittorie obbligate per inseguire i Mondiali 2026
Il compito che attende Gattuso Italia è tutt’altro che semplice. Da settembre gli azzurri dovranno solo vincere: sei partite su sei, a partire dal debutto del 5 settembre a Bergamo contro l’Estonia.
La Norvegia, infatti, è già in fuga nel girone: per chiudere al primo posto, servirà sperare in un suo passo falso oppure batterla nello scontro diretto dell’ultima giornata, in programma il 16 novembre, recuperando anche un pesante -12 nella differenza reti.
Il neo tecnico punterà su praticità ed empatia, elementi che potrebbero ricompattare un gruppo apparso spento nell’ultimo anno. Serve entusiasmo e senso di appartenenza: Rino lo sa e vuole trasmetterlo ai suoi.
Le parole del nuovo Ct nel giorno della presentazione
Alla presentazione, Gattuso ha parlato chiaro: «Quando Buffon e il presidente Gravina mi hanno chiamato, non ho esitato. In questi anni si è detto tanto su di me, ma ora vedo il calcio in modo diverso. Un giocatore come il Gattuso di allora oggi non lo metterei in campo: i calciatori di oggi sono più professionisti e preparati. Dovranno andare a 100 km/h».
Sul talento a disposizione: «Si dice spesso che in Italia mancano i talenti, ma non è vero. Ci sono, bisogna solo metterli nelle condizioni giuste per esprimersi».
E ancora: «Prima viene la famiglia, poi i moduli. Abbiamo 4-5 giocatori che nei rispettivi ruoli sono tra i migliori al mondo. A Coverciano i ragazzi devono venire con il sorriso, serve creare entusiasmo». Riguardo alle convocazioni: «Chi riceve la chiamata deve rispondere, anche se non è al 100%. Ho già parlato con 35 giocatori, compreso Chiesa: gli ho detto che deve tornare a giocare con continuità».
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