A partire dal stagione sportiva 2023-2024 saranno diffusi gli audio delle conversazioni tra arbitro e VAR. Le hanno richieste a gran voce alcuni degli attori principali del “prodotto calcio italiano”, come José Mourinho, e ieri il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha annunciato quello che viene definito un grande passo verso la trasparenza e lo spegnimento delle polemiche. Lo scrivo ora, con netto anticipo rispetto all’inizio della prossima Serie A: non cambierà nulla. Esattamente come non è cambiato nulla con l’avvento della VAR. Ricordate i titoloni? Addio errori, addio polemiche, addio insulti agli arbitri e tante altre menate di questo genere. E invece…
L’entusiasmo invidiabile di Gravina
Partiamo però dai contorni di questa grande novità, che porterà realmente la Serie A ad essere la prima lega a diffondere le conversazioni tra gli arbitri e i collaboratori che si trovano davanti ai monitor. Il progetto, che coinvolge DAZN, ovvero l’emittente che al momento detiene i diritti di tutte le partite. Gli audio, comunque una selezione magari dei casi più eclatanti, saranno resi noti tra lunedì e martedì con tanto di spiegazione tecnica da parte di esponenti dell’Aia e con la possibilità di contraddittorio. Raggiante, il numero uno della Figc, sull’argomento ha dichiarato: “Gli arbitri rappresentano la spina dorsale del movimento calcistico italiano, ci teniamo a questa categoria che ha sempre dimostrato grande vitalità, ma soprattutto una grande coerenza nella capacità di ispirarsi a dei principi veri e ai valori del calcio che conta, che sono i valori etici del nostro movimento. Con questa eccellenza sfideremo qualsiasi tentativo di screditare i nostri arbitri. Con noi non ci sarà mai dialogo con chi usa l’offesa verbale o l’aggressione sugli arbitri”.
“Ho partecipato a ultimo esecutivo Uefa ed è un tema che riguarda tutto il mondo dello sport – prosegue Gravina – Noi stiamo cercando di risolvere questo problema e lo stiamo facendo andando anche incontro alle esigenze di questi ragazzi. Continueremo a combattere l’aggressione agli arbitri, ma c’è bisogno anche di conoscere, da parte degli addetti ai lavori, quali sono le regole e i comportamenti dei nostri arbitri. Per questo abbiamo avviato con Dazn un progetto innovativo. Saremo la prima federazione che manderà in onda l’audio legato agli episodi che sono stati oggetto di discussione, faremo questo perché non abbiamo nulla da temere. Vogliamo massima trasparenza”.
L’intervista di Orsato esperimento fallito
Apprezzabile l’obiettivo di dare un segnale di trasparenza, ma tanto non cambierà assolutamente nulla, anzi l’esperimento rischia di essere abbandonato molto presto, esattamente come è avvenuto con le interviste agli arbitri. Ricordate l’esperimento di Orsato? Alla fine al fischietto non è stato chiesto nulla sugli episodi dell’ultimo turno, ma è stato sostanzialmente sottoposto ad un terzo grado relativo ad un episodio di due anni e mezzo prima, in una gara tra Inter e Juventus che tra l’altro avrebbe meritato approfondimenti anche su altre chiamate.
Partiamo dal fatto che si tratta di una questione culturale e che nel Paese dei complotti e dei sospetti, a prescindere ogni tentativo di fare chiarezza non fa altro che innescare nuove polemiche. Esattamente come avvenuto con l’introduzione della VAR, le polemiche non sono per nulla cessate, anzi. Certo, il mondo arbitrale ci ha messo del suo, perché uno strumento che avrebbe dovuto risolvere quantomeno i casi oggettivi, è stato utilizzato per ampliare il range delle interpretazioni di quelli soggettivi, generando ulteriore confusione e mandando a ramengo il protocollo VAR. Tanto che ormai non si capisce più quando si può intervenire e quando no; quando una valutazione spetta realmente solo all’arbitro di campo e quando no.
Audio VAR-Arbitri: cosa sarebbe successo se…
Cosa potrebbe cambiare con l’ascolto degli audio? Davvero qualcuno pensa che Mourinho (che li ha invocati fortemente) o chi per lui una volta che si ritiene penalizzato da una chiamata smetterà di fare polemica per aver ascoltato la conversazione tra direttore di gara e VAR? Ascoltare il “palla palla palla” del VAR in occasione del rigore nettissimo negato al Torino contro l’Inter (fallo di Ranocchia su Belotti) o “non abbiamo le immagini, fuorigioco” in occasione della rete di Milik di Juventus-Salernitana, cosa cambierà per tifosi e addetti ai lavori? Ripeto, apprezzabile l’obiettivo, ma a mio modesto avviso il calcio italiano in questo momento avrebbe “leggermente” altre priorità.