“Certo che l’Inter possa batterci” ha affermato il CT dei Citizens, Guardiola, “…mi hanno impressionato per il loro linguaggio del corpo”.
Ebbene, il linguaggio del corpo, anche nel calcio, non è limitato al senso tradizionale, ovvero assumere certe posizioni o espressioni, ma tratta anche su come si pensa, su come si è e su cosa si fa e come lo si fa.
In termini pratici e in questo caso del gioco del calcio, il linguaggio del corpo sta anche come un giocatore si muove, come il suo muoversi si relaziona con quello dell’intero team, a cui si aggiunge la determinazione in campo. Il linguaggio del corpo quindi è anche pensare. Tipico è il caso dell’Inter che è uscita dal suo ‘letargo’ dimostrando di essere più forte delle sconfitte nel campionato di Serie A 2022/23, vincendo 4 derby e arrivando alla finale di Champions League.
Ne parla Stefano De Grandis in: ‘SimOne‘: “Ha risposto con il silenzio e con il lavoro alle critiche per il campionato. Ora Simone Inzaghi ne esce da vincitore. Per il Milan ora comincia la salita”.
E Pep Guardiola, come riporta l’inviato Davide Chinellato sulla Gazzetta dello Sport, è rimasto impressionato: “..ho cominciato a guardare qualche minuto di Inter, qualche situazione, e sono davvero impressionato”. A ciò l’allenatore del City aggiunge che una finale con una squadra italiana è la peggiore che gli potesse capitare: “Non dimentichiamo che vent’anni fa la Serie A era il miglior campionato del mondo e tutti, giocatori e allenatori, volevano giocare lì. E che l’Italia ha vinto il Mondiale quattro volte. Hanno ancora quella mentalità, e per questo penso che una finale contro un’italiana sarà complicata”. E’ quindi ancora una volta il pensiero a definire la determinazione a vincere?
In campo siamo soliti notare entrambi: sia la strategia che sta dietro ad una buona partita che le prestazioni dei giocatori, la cui sinergia da il perfetto risultato per vincere.
Tuttavia non mancano le emozioni, quelle legate alla paura, alla rabbia per un goal preso o un cartellino dell’arbitro, a cui si aggiungono sorpresa, tristezza, e naturalmente felicità.
Tutte queste emozioni si “sfogano” sull’espressione dei nostri visi e su quelli dei giocatori, dai quali si riesce ad apprendere il dolore o la gioia dati da un’azione.
In ultimo più difficile sarà vedere la paura, quella che si può leggere sul viso di chi teme di non farcela, che la squadra avversaria alla fine lo batterà, quella che è visibile anche in uno specifico momento soprattutto sui visi dei tifosi, quello dei rigori – la ‘lotteria del calcio’ – che determineranno il vincente in una gara. La paura quando sopra a tutto vince l’imprevedibilità finale del risultato.
Infine nel linguaggio del corpo del calcio ci sono anche gli arbitri che hanno ben compreso come questo sia spesso importante per superare le barriere linguistiche.
Molto interessante, per chi volesse approfondire è la tesi ‘IL LINGUAGGIO DEL CALCIO UN’ANALISI MULTIPROSPETTICA’ reperibile qui.