L’Uruguay è in lutto per il suicidio del calciatore e difensore Williams Martinez, che si è tolto al vita alla giovane età di 38 anni.
Williams Martinez – con una lunga carriera sia in America Latina che in Europa – non entrava in campo dal 23 Giugno, da quando è stato diagnosticato positivo al Covid, non potendo così completare il torneo di Apertura in Seconda Divisione. Dopo la notizia, l’Associazione uruguaiana dei calciatori professionisti (MUFP) ha chiesto alla Federcalcio uruguaiana di sospendere le partite dell’undicesima giornata del Torneo di Apertura. La sospensione è stata concessa per consentire “una giornata di riflessione”.
La notizia colpisce non solo l’Uruguay ma l’intero mondo del calcio e dello sport, nel tentativo forse di capire quali siano le ragioni che stanno dietro ad una scelta cosi dura e allo stesso tempo tragica. Le motivazioni dietro a tale gesto non hanno mai un singolo fattore scatenante, ma sono il risultato di fattori psicologici, biologici e sociali che possono avere una risoluzione e un trattamento.
Il suicidio di Williams Martinez e la situazione a livello nazionale
La scelta del giocatore è avvenuta infatti nello stesso giorno in cui in Uruguay si commemora la Giornata Nazionale per la Prevenzione del Suicidio. I dati raccolti dal Governo infatti hanno registrato – solo nel 2020 – 718 suicidi e un tasso di 20,30 ogni 100.000 abitanti: un problema quindi che suscita preoccupazioni a livello nazionale. Per non dimenticare che – nel febbraio di quest’anno – il calciatore uruguaiano Santiago ‘Morro’ García -suo compagno di squadra nel 2014, al River Plate uruguaiano – si è suicidato nella sua casa in Argentina mentre giocava per Godoy Cruz.
Il messaggio di Luis Suárez per la morte di Williams Martínez
Il dolore che attraversa il calcio uruguaiano ora sembra non avere confini, e Luis Suárez – attaccante dell’Atletico Madrid – punto di riferimento per eccellenza della squadra uruguaiana, non è rimasto indifferente.
“Che triste notizia la perdita di Williams Martínez. Tanta forza per la sua famiglia e i suoi amici. Riposa in pace”.
Luis Suárez
Quando una persona si toglie la vita la nostra reazione, ma soprattutto delle persone a lei o lui più vicine è chiedersi perché? Ogni suicidio e tentativo di suicidio celano una profonda sofferenza personale. Questa sensazione è ben espressa dalle parole di un grande scrittore, David Foster Wallace che ha seguito la stessa strada di Williams.
La persona che ha una cosiddetta «depressione psicotica» e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette «per sfiducia» o per qualche altra convinzione astratta che il dare e l’avere della vita non sono in pari.
E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente.
La persona in cui l’invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme.
Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme.
Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo davanti alla stessa finestra per dare un’occhiata al paesaggio; cioè la paura di cadere rimane una costante.
Qui la variabile è l’altro terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori.
Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme.
David Foster Wallace