Questa sera toccherà a Inter e Napoli, entrambe in casa rispettivamente contro Bayern Monaco e Liverpool, ma intanto ieri sera la Champions League non è iniziata proprio benissimo per le italiane. La Juventus ha perso al Parco dei Principi contro il Paris Saint Germain per 2-1, mentre il Milan non è andato oltre l’1-1 in casa del Red Bull Salisburgo. Inevitabile tornare sulla annosa questione relativa al “livello” delle squadre italiane in Champions League, che starebbero colmando il gap con le top straniere grazie alla “proposta di gioco”. In attesa dei risultati di questa sera, che inevitabilmente daranno qualche dato aggiuntivo, quanto visto ieri sera è in linea di continuità con le ultime stagioni.
Lo scorso anno, un ex tecnico e osservatore esperto come Arrigo Sacchi aveva pronosticato una Champions migliore per Atalanta e Milan, che rispetto a Juventus e Inter praticavano un calcio maggiormente propositivo ed europeo. Il campo, invece, ha premiato (per così dire) bianconeri e nerazzurri (entrambi agli ottavi), visto che la Dea è retrocessa in Europa League ai gironi, mentre i rossoneri sono addirittura tornati subito a casa vincendo una sola partita.
Il Milan “europeo” non supera il Salisburgo
A proposito del Milan, ieri anche l’ex campione del mondo Fabio Cannavaro, in un’intervista a il Mattino, aveva dichiarato che i rossoneri sono il club italiano “più europeo”. “Il problema di tutte le squadre italiane – ha detto l’ex difensore di Parma, Napoli e Juventus – è che vanno in Europa senza essere allenate a questo tipo di partite. Ecco perché facciamo fatica. Di tutte e tre le squadre, il Milan è quello più europeo. Ha una squadra e un modo di giocare che si adatta di più alla Champions League”. E invece, questo modo di giocare europeo e adatto alla Champions non ha portato che un pareggio contro un Salisburgo che, seppur meriti il massimo rispetto, qualche anno fa non si sarebbe nemmeno potuto mettere in competizione con una squadra italiana. La squadra di Stefano Pioli ha prevalso per percentuale di possesso e numero di passaggi, ma gli austriaci hanno confezionato più palle gol. Insomma, oggi la prima del campionato italiano non è riuscita a battere la prima di quello che è un campionato modesto, ovvero quello austriaco. Non è una questione di proposta di gioco, ma di qualità degli interpreti in campo.
PSG-Juve: quei tre sono ingiocabili
La differenza si è vista ancora più marcata nei primi 45 minuti di PSG-Juventus, con la squadra di Cristophe Galtier a giocare praticamente come il gatto con il topo con i bianconeri di Massimiliano Allegri. A Neymar, Messi e Mbappé sono bastate due sgasate per non far capire niente alla difesa della Juve confezionando due reti alla velocità della luce. Il Paris Saint Germain non ha di certo giocato a ritmi forsennati, ma ha dato l’impressione di poter segnare in qualunque momento con quei tre mostri lì davanti. Nella ripresa la Juventus ha giocato indubbiamente meglio, evidenziando le lacune della fase difensiva dei francesi, ma a parità di ritmo la qualità della rosa fa sempre la differenza.
Insomma, ha senso continuare con queste elucubrazioni filosofiche sul gioco quando c’è per prima cosa una differenza di qualità di interpreti? Il livello del campionato italiano continua a scendere, non attira più campioni nel fiore della carriera e non potrà farlo ancora per chissà quanto vista la differenza di risorse rispetto alle big europee. I top player si accasano in Premier League o in quelle poche big di altri Paesi (PSG, Bayern, Real e Barcellona) che riescono a mantenere standard elevati tramite fatturati e altre sponsorizzazioni. Da noi sbarcano calciatori a fine carriera o giovani promesse che appena alzano il proprio livello, fuggono all’estero per via dei contratti ultramilionari che riescono a strappare. Basterebbe semplicemente starci.