Italia imbattuta in Nations League: un pareggio con il Belgio e una vittoria con Israele: si chiude così la seconda sosta stagionale per la nazionale italiana, che guarda tutti dall’alto nel gruppo 2 della Lega A di Nations League. Gli azzurri sono infatti primi con 10 punti, davanti alla Francia (9), Belgio (4) e Israele (0), ormai fuori dai giochi. Si può dire senza timore che l’Italia abbia quasi ipotecato il passaggio alla fase ad eliminazione diretta del torneo, ma sarà importante evitare distrazioni nelle prossime due gare di novembre contro Belgio e Francia.
La qualificazione ai quarti di finale di Nations League, infatti, consentirebbe all’Italia di essere testa di serie nel sorteggio per le qualificazioni Mondiali ed è quello che conta maggiormente in questo momento. La Nations League è stata istituita per cancellare le amichevoli e fornire punteggio nel ranking, ma le gare che contano sono altre. La nazionale italiana non ha infatti partecipato alle ultime due edizioni della Coppa del Mondo e non è pensabile che vi rimanga esclusa per una terza.
Un’Italia diversa dopo gli Europei
Dopo la sciagurata parentesi degli ultimi Europei, la nazionale italiana è ripartita con lo stesso commissario tecnico e con diversi nuovi elementi. C’è stato un piccolo ricambio generazionale, per quello che la piazza offre, e inevitabilmente il gruppo ne ha guadagnato in freschezza e intraprendenza, ma ha perso in termini di caratura internazionale. Quella che si è visto in queste quattro uscite di Nations League è una proposta di gioco gradevole, supportata anche da una buona condizione atletica e da tanta voglia di fare bene dopo una grande delusione.
Spalletti è ripartito da questo 3-5-1-1 in cui però le posizioni sono abbastanza liquide, con Cambiaso e Calafiori su tutti a muoversi un po’ in giro per il campo con lo scopo di creare superiorità numerica. Quello che si vede in campo è un caos organizzato che disorienta gli avversari e rende gli azzurri più imprevedibili rispetto al passato. Non avendo un centravanti di peso, Spalletti sta cercando così di portare più elementi vicino l’area di rigore e indubbiamente ci sta riuscendo.
Troppi gol subiti: qual è il motivo?
Il neo è rappresentato invece da alcune disattenzioni difensive che hanno portato la nazionale italiana a subire gol sempre nelle ultime 18 gare. Soprattutto sulle palle da fermo si perdono le marcature a zona e questo non è sicuramente un segnale incoraggiante in vista di match contro avversari più di livello. Di sicuro il commissario tecnico dovrà lavorare su questo tipo di situazioni, ma inevitabilmente c’è una componente di inesperienza, come dicevo sopra, che incide. Di Lorenzo e Calafiori, per esempio, sono più bravi nell’impostazione ma meno nelle letture e nelle marcature. Non avendo più elementi del calibro di Chiellini e soci, ci vorrà un po’ di tempo per registrare questo aspetto. Perché a bene fino a quando riesci a concretizzare più degli avversari, ma quando non si riesce a segnare tanti gol, le disattenzioni possono pesare molto di più. Soprattutto in competizioni brevi come sono le fasi finali di Europei e Mondiali.
Il bicchiere al momento è mezzo pieno, in definitiva, ma guai a bearsi delle cose buone fatte fin qui, perché il calcio consuma tutto rapidamente e le situazioni cambiano rapidamente.