A Wembley, contro i padroni di casa, la finale più affascinante. Lo stadio pieno e caldo, la cornice perfetta per un successo.
Quante discussioni inutili: il rigore per l’Inghilterra non c’era?!… Forse no, ma ce ne poteva essere uno in precedenza. E poi, cosa ci importa? Era meglio affrontare la Danimarca in finale? Con l’obbligo di vincere per non fare una figuraccia? Mah…
Non possiamo goderci la finale più affascinante possibile: ITALIA-Inghilterra nel tempio di Wembley e con lo stadio pieno?
Secondo me, è la finale più bella. Con due squadre che hanno inseguito e anche trovato il riscatto. L’Italia di nuovo grande dopo essere rimasta fuori dall’ultimo mondiale; l’Inghilterra di nuovo all’ultimo atto di una grande manifestazione dopo aver vinto il mondiale (anche allora a Wembley) nel 1966, cioè una vita fa.
Forse non se la aspettava nessuno questa finale, visto che Francia e Belgio erano le più accreditate, mentre Spagna e Germania partono favorite di default. Eppure è stata meritata.
Un solo gol subito complessivamente dall’Inghilterra, quello di Damsgaard in semifinale; appena due in più dall’Italia, che però ha chiuso a punteggio pieno il girone di qualificazione, contro i 7 punti dell’Inghilterra.
Che i Leoni si presentassero alla fase finale con una squadra di talento si sapeva. Ma quando mai, alla resa dei conti, gli inglesi rispettano il pronostico? Ed era onestamente prevedibile che una nazionale interamente da rifondare, come la nostra, nel giro di tre anni dominasse, nei fatti – e quasi sempre nel gioco – qualsiasi big europea?
Comunque vada, a questo punto per ognuna delle due finaliste, è già un successo. Ma chi è favorito?
Secondo i bookmakers, l’Inghilterra, data a 1,80 di media rispetta al 2 italiano. Ma piu’ per il fattore campo che per la somma dei talenti. Ma tutti sanno che battere l’Italia, in una partita secca, è complicato per chiunque. Figuriamoci per gli Inglesi che hanno un solo titolo in bacheca e che agli europei hanno raccolto poco o nulla.
Lo spettacolo, con lo stadio pieno e 60 mila spettatori in maggioranza inglese, e’ garantito. Più complicato potrebbe essere fare le scelte giuste.
Da parte sua, Southgate ha certamente meno pensieri. Può riflettere se giocare a tre dietro, come ha fatto nelle sfide più complicate, lasciando fuori Mount, Foden e Grealish, e quindi riempiendo la panca di talento. Oppure schierare un difensore in meno come contro la Danimarca.
In ogni caso, qualsiasi scelta sarà accettata con fiducia. Perché Gareth Southgate ha pagato il suo debito. Nel 1996 sbaglio’ un rigore decisivo contro la Germania in semifinale. Ma ora ha restituito al popolo, e sempre sul terreno di Wembley, quella finale buttata via.
Fargliela giocare come preferisce, da Commissario Tecnico imbattuto, è il minimo che possa pretendere.

Stefano De Grandis è un giornalista e telecronista sportivo italiano di Sky Sport.
