Italia dall’Albania alla Spagna passa dalle stelle alle stalle in 4 giorni. Mi ero permesso di predicare prudenza all’indomani della vittoria ottenuta dalla nazionale italiana sull’Albania al debutto di Euro 2024. Niente da fare: “capolavoro di Spalletti”, “Barella è Pirlo e Gattuso assieme”, “anzi, Kroos e De Bruyne pure”. E Chiesa? “MVP della partita”, “visto come gioca quando c’è un allenatore che lo mette nel suo ruolo?”. Senza dimenticare le lodi tessute al “gruppo Inter” (3 titolari): “E’ una Inter-nazionale”.
L’equilibrio non è la virtù dei calciofili italiani e ora, ovviamente, i giudici si capovolgono, passando dalle stelle alle stalle nel giro di quattro giorni. Semplicemente, bastava essere meno azzardati subito dopo aver battuto una pur rispettabile ma modesta Albania. Non c’era stato nessuno gioco stratosferico, nessuno “palleggio in faccia a Sylvinho”, né avevamo in campo i nuovi Maradona, Del Piero e Scirea. All’Italia manca tanto la qualità, non c’è un calciatore in grado di saltare l’uomo (o meglio, ci sarebbe Chiesa, ma non lo fa) e quando il livello della competizione si alza la panzana secondo cui con il gioco si può riparare ai limiti tecnici si conferma essere una panzana pazzesca.
Italia Spagna: un confronto
La Spagna ha giocatori di caratura superiore a quelli dell’Italia e di conseguenza è più facile praticare un certo tipo di gioco. A Spalletti, invece, servirebbe una bacchetta magica per trasformare i suoi centrocampisti in mezzo Rodri, o Scamaccca in un terzo di Morata. Potete mettere sulla panchina di questa nazionale anche Guardiola, il risultato non cambierà. Semplicemente dobbiamo prendere atto di non avere una generazione di calciatori sopra la media dal punto di vista tecnico e che ciè andata grandemente di lusso tre anni fa quando abbiamo vinto gli Europei sotto la guida tecnica di Roberto Mancini.
Potrebbe succedere di nuovo, attenzione, nel calcio mai dire mai. Ma poi magari non ti qualifichi per la terza volta di fila ai Mondiali. Nelle competizioni di poche settimane la forma fisica e mentale, conditi da una buona dose di fortuna (soprattutto quando vinci a rigori) possono qualche volta fare la differenza, ma nella maggior parte dei casi vincono quelli che hanno i giocatori più bravi.
Ora, ci vuole rispetto per questi ragazzi del gruppo azzurro, esaltati oltre misura dopo l’Albania e inevitabilmente dileggiati ora dopo la sconfitta contro la Spagna. Dobbiamo essere onesti intellettualmente e fare loro i complimenti per l’impegno che stanno mettendo e accettare anche i loro limiti. Nessuno sa se e quando riavremo una nuova generazione con un attacco composto da Vieri, Del Piero, Baggio, Inzaghi, Montella e compagnia tutti assieme. Il centravanti rimane un problema serio, con tutto il rispetto per Scamaccca e Retegui, ma allo stesso tempo anche in altri ruoli sono stati oltremodo esaltati calciatori pur bravi, ma che prima di poter competere a certi livelli devono mangiare ancora tanta pasta asciutta.
Di sicuro, le istituzioni calcistiche non stanno aiutando il movimento, poiché ferme su posizioni giurassiche e incapaci di firmare davvero i campionati e avviare una nuova stagione anche a livello di indottrinamento tecnico e strutturale degli stadi. Comunque andrà a finire questo Europeo, ci vuole aria nuova, perché – diceva un tale – a forza di tirare a campare, alla fine si tirano le cuoia.