L’Italia saluta Euro 2024 dopo una sconfitta netta contro la Svizzera. Gli elvetici hanno letteralmente dato una lezione di calcio agli azzurri, ma dobbiamo essere onesti, perché la figuraccia era nell’aria. Troppi proclami, troppe parole a cui non sono seguiti i fatti sin dal primo giorno del torneo in tedesco. A partire dal presidente federale Gabriele Gravina (“Abbiamo il migliore allenatore”), passando per lo stesso Luciano Spalletti (“il blocco Inter è come il gruppo Juve del 1982), fino ad arrivare alle parole di capitan Gigio Donnarumma: “Il gol di Zaccagni ci ha dato la spinta”.
Italia-Svizzera 2-0: è stato dominio elvetico
Niente di tutto ciò si è visto contro la Svizzera di Yakin che ha affrontato una nazionale azzurra dimessa, senza idee e molle come non mai. La partita non è mai stata in discussione, con il primo tempo che si è concluso con il punteggio di 1-0 solo perché Donnarumma ha evitato un passivo peggiore e perché l’arbitro ha graziato El Shaarawy, protagonista di un intervento da cartellino rosso per nostra fortuna ignorato dal VAR.
Qualcuno dopo la gara vinta a fatica contro l’Albania aveva parlato di “capolavoro Spalletti”, semplicemente perché in Italia non siamo in grado di avere equilibrio. Ci esaltiamo per nulla e allo stesso tempo ci deprimiamo alla minima difficoltà. La verità è che anche contro la modesta nazionale allenata dal rispettabile Sylvinho, la nazionale italiana non aveva fatto granché denotando una pochezza tecnica e tattica imbarazzante. Dobbiamo essere intellettualmente onesti: non abbiamo una buona generazione di talenti, ma non è che il commissario tecnico ci abbia capito granché.
Sull’altare del calcio liquido abbiamo praticamente immolato tutti i moduli, dal 3-5-2 al 3-4-2-1 passando per il 4-4-2 e il 4-3-3. Qualunque sia stato il modulo adottato, l’Italia ha sempre denotato una grande quantità di errori tecnici, una difesa molto bassa, pressione praticamente nulla e una proposta offensiva al confine dello zero con la coda. Eppure ci avevano assicurato che dopo lo scudetto col Napoli, Spalletti fosse l’allenatore più moderno possibile. Stiamo parlando ovviamente dello stesso allenatore che all’Inter non era capace di far fare alla sua squadre tre passaggi di fila (googlate per trovare le dichiarazioni del tempo). Ricapitolando: Spalletti bollito all’Inter, aggiornato al Napoli e nuovamente arcaico e giurassico in nazionale.
Più di così non possiamo davvero fare
Non si racconta così il calcio, mi spiace per qualche amante del football moderno, che purtroppo condiziona negativamente il dibattito. “Più di così in questo momento non possiamo fare”, ha dichiarato Spalletti al termine della gara, che ha preannunciato che non si dimetterà, così come non si dimetterà il presidente Federale Gravina. Cosa ci manca, dunque, per fare bene in questo momento storico? Non è che per caso ci mancano i giocatori di qualità? E se così fosse, la narrazione secondo cui avremmo sopperito con il gioco ai limiti tecnici, che fine fa?
La verità è che era un panzana pazzesca, tanto è vero che dopo la gara contro la Turchia lo stesso ct azzurro abbia evidenziato la mole incredibile di errori tecnici visti soprattutto a centrocampo. Il canovaccio non è cambiato contro la Svizzera, nazionale risultata più organizzata e addirittura più tecnica dei nostri. C’è poco o nulla da salvare e un passo indietro sarebbe d’obbligo, ma non ho alcuna intenzione di praticare nel deserto. Che continuino così, non faranno altro che far disamorare i tifosi dalla nazionale e inoltre renderanno arduo il cammino verso i prossimi Mondiali. Ricordiamo, infatti, che l’Italia non ha partecipato alle ultime due edizioni della coppa del Mondo, se puntiamo al tris, siamo sulla buona strada.