Si è conclusa ieri sera una tre giorni di coppe europee in cui le italiane hanno giocato un ruolo da protagoniste. Sugli scudi finisce inevitabilmente l’Inter di Simone Inzaghi che, in un periodo definito da tutti gli addetti ai lavori “critico”, è riuscita ad ottenere un risultato storico andando a vincere per 2-0 in casa del Benfica. Irriconoscibili i portoghesi al Da Luz, lontani parenti della formazione che nella prima parte della stagione erano una vera e propria schiacciasassi sia in campionato sia in Champions League, competizione in cui hanno eliminato anche la Juventus. Perso Enzo Fernandez (ceduto al Chelsea) e con qualche assenza per infortunio, i lusitani hanno rimediato 2 sconfitte di fila al Da Luz, prima in campionato contro il Porto, poi con l’Inter. Grandi meriti, comunque, agli uomini di Inzaghi, protagonisti di una gara generosa nel corso della quale hanno lasciato il possesso palla (sterile) ai lusitani, sfruttando al massimo ogni spazio loro concesso nelle transizioni. Risultato strameritato e nerazzurri con un piede in un’insperata semifinale.
Milan stanco, Napoli spuntato e figuraccia in mixed zone
Tra Milan e Napoli sono i rossoneri a conquistare il primo round con il minimo scarto. Finisce 1-0 al Meazza in una gara molto diversa da quella disputata un paio di settimane fa al Maradona e vinta dal Diavolo per 4-0. L’impressione che ho avuto da questa partita è che i rossoneri più di così non potessero fare nonostante dall’altra parte ci fosse un Napoli “spuntato” privo di Osimhen, Simeone e con Raspadori a mezzo servizio. A fare il centravanti per i partenopei ci ha pensato Elmas, almeno inizialmente, ed è un paradosso che la squadra che sembrasse molto più pericolosa fossero proprio i campani. C’è un Napoli con o senza Osimhen, ma c’è anche un Milan con o senza Leao, l’unico in grado di accendere la luce, anche se spesso sotto porta si conferma sprecone. Detto questo, vantaggio minimo in vista del ritorno per i meneghini, che non sono riusciti ad affondare il colpo – stanchi nella testa e nelle gambe – nemmeno quando hanno ottenuto la superiorità numerica. Al ritorno sarà una gara completamente diversa, ma per il Napoli molto dipenderà dalla presenza del centravanti nigeriano, insostituibile a differenza di Anguissa e Kim (squalificati), meno difficilmente sostituibili. Nota triste a margine, le immagini provenienti da San Siro con alcuni presunti giornalisti al seguito del Napoli ad esprimersi contro arbitro e assistenti nella mixed zone: un video diventato virale sui social e che purtroppo testimonia la deriva di una parte del giornalismo di questo Paese. Qualcuno ha provato a sminuire, sostenendo che si tratta di cose che capitano: no, non è la normalità e perfino il club di De Laurentiis si è dissociato con un comunicato ufficiale.
La Roma perde, Dybala si ferma di nuovo
Una buona Roma cede in casa del Feyenoord in virtù della rete di Mats Wieffer. Forse il pari sarebbe stato il risultato più giusto, visto che nel computo delle occasioni i capitolini hanno fatto anche qualcosa in più rispetto agli olandesi. La capolista della Eredivisie, che viaggia con un ampio vantaggio verso il titolo, non ha impressionato e il risultato sarebbe sicuramente ribaltabile al ritorno, se non fosse che Mourinho perde per infortunio i due giocatori più rappresentativi, ovvero Dybala e Abraham, che dovrebbero saltare anche il match di ritorno. Per l’argentino non s tratta di una novità: è al 4° KO muscolare della stagione e fin qui ha trascorso in infermeria già 50 giorni. Se questo nuovo stop fosse lungo, potrebbe avvicinarsi ai circa 100 giorni totali di stop della stagione scorsa, l’ultima in casa Juventus.
Juventus: al ritorno sarà tosta
A proposito della Juve, vittoria sofferta, soffertissima in casa contro lo Sporting CP. Allegri se la gioca inizialmente con un 3-4-3 che gli consente di mettere in campo il tridente Di Maria-Milik-Chiesa perdendo però equilibrio e concedendo praterie ai portoghesi. Nella ripresa, il ritorno al 3-5-1-1 con un centrocampo più folto e il calo dei lusitani portano alla rete di Gatti, che prelude ad un finale non adatto ai deboli di cuore in cui Perin (subentrato a Szczesny, colto da un piccolo malore) nella stessa azione effettua due miracoli, approfittando anche dell’imprecisione avversaria. Se il buongiorno si vede dal mattino, al ritorno sarà una gara infuocata che sicuramente la Signora non può approcciare come ieri sera, a meno di non esporsi alle folate dei ragazzi terribili di Amorim. La difesa non basterà al José Alvalade e con gli attaccanti che continuano a non segnare, chiunque giochi, non c’è da stare sereni.
Conference League, Fiorentina: bravo italiano
Complimenti, infine, alla Fiorentina, che in casa del Lech Poznan stacca il pass per le semifinali di Conference League. A meno di un suicidio sportivo al ritorno al Franchi, Italiano e i suoi raggiungono un traguardo storico e con un risultato ampio (4-1) si lanciano verso la possibilità di centrare contestualmente un trofeo e la qualificazione alla prossima Europa League. Che dal campionato sembra essere difficilmente raggiungibile.