Mi aspettavo un pareggio dal derby d’Italia tra Juventus e Inter. E pareggio è stato. Un 1-1 che alla fine sta bene sia a Simone Inzaghi sia a Massimiliano Allegri, perché quelle dietro si alternano nelle posizioni nobili, ma al momento rimangono a debita distanza. Lo scudetto non si sarebbe deciso ieri sera all’Allianz Stadium ed entrambi gli allenatori lo sapevano bene. Per l’Inter, che giocava fuori casa, era importante innanzitutto non perdere e mantenersi la Vecchia Signora alle spalle. Per i bianconeri, che devono assolutamente entrare tra le prime quattro, era importante non finire a -5 e mantenere il +9 sulla quinta in graduatoria. Missione compiuta per entrambe, dunque, del resto i campionati si decidono con le medio piccole. Se perdi tutti gli scontri diretti, ma batti le restanti 15 squadre all’andata e al ritorno, porti a casa 90 punti e con questo score vinci lo scudetto.
Juve – Inter: equilibrio e poca voglia di farsi male allo Stadium
La gara dell’Allianz Stadium è stata equilibrata nel risultato, ma ha comunque offerto dei temi di approfondimento. Nel primo tempo, la Juventus ha provato a difendere alta, ma se questo atteggiamento ha portato al gol di Dusan Vlahovic, allo stesso tempo è stato causa del blackout che ha causato il pareggio di Lautaro Martinez, con diversi bianconeri a sbagliare marcature e coperture (da Rugani a Bremer, finendo con Gatti). Nella ripresa, nonostante l’Inter abbia mantenuto il pallino del possesso, non ci sono state emozioni da una parte né dall’altra. La Juve si è difesa più bassa non concedendo praticamente nulla alla capolista, ma quando ha provato a ripartire ha commesso tantissimi errori tecnici, tra stop e passaggi anche all’apparenza molto semplici.
Juve: solo il mercato può migliorarti
Inutile girarci attorno, una rosa sulla carta già inferiore a quella dell’Inter, ha pagato le assenze importanti di Pogba, Fagioli, Danilo, dell’unico nuovo acquisto Weah, oltre che di Locatelli che ha potuto giocare solo pochi minuti nel finale di gara. La carenza di qualità della Vecchia Signora non è migliorabile in questo momento se non tramite operazioni di mercato a gennaio, ma è già tanto che Allegri sia riuscito a ricostruire il dna di una squadra che rimane comunque solida, crede totalmente in quello che fa e sembra che le difficoltà non scalfiscano le certezze, nemmeno di quelli più giovani e meno esperti.
Serie A: è status quo
Insomma, per ora prevale lo status quo in un campionato che alla fine potrebbe portare in Champions League addirittura 5 squadre il prossimo anno. In questo senso, è ancora troppo presto fare previsioni, sia in chiave tricolore, sia per le altre posizioni nobili della graduatoria. Al momento l’Inter rimane la favorita numero uno dello scudetto, ma Milan e Napoli le hanno rosicchiato 2 punti portandosi rispettivamente a -6 e a -8. La Roma, invece, ha completato una grande rimonta, dopo un avvio negativo, superando l’Atalanta e piazzandosi al 5° posto. Difficile ipotizzare al momento una debacle totale da parte della squadra di Simone Inzaghi, anche se in primavera gli impegni ravvicinati potrebbero consumare energie atletiche e mentali importanti.
Al netto di qualche movimento nel mercato di riparazione, le gerarchie sembrano essere destinate a rimanere tali, con rossoneri e azzurri che al momento sembrano esser le compagini con meno certezze e andatura più altalenante tra quelle lì in vetta. Difficile ci sia spazio per altre outsider, ma di sicuro ci si aspetta una risalita della Lazio, quantomeno nella zona Europa, anche di serie B, poiché i biancocelesti (non vincono da tre turni, due sconfitte e un pareggio) non sono sicuro una squadra da meritare l’attuale 11° posto.