La Juventus, così come già avvenuto contro il Napoli al Maradona, crea diverse più occasioni rispetto all’Atalanta, ma anche stavolta non riesce a centrare i 3 punti. Nelle ultime 7 giornate, riassumendo, la squadra allenata da Massimiliano Allegri ha raccolto in totale 6 punti frutto di 1 vittoria, 3 pareggi e altrettante sconfitte. Un bottino troppo magro per una squadra che fino a poche settimane fa era in lotta per il titolo con l’Inter.
Juve-Empoli spartiacque della stagione
Nel post partita, capitan Danilo (il 3° giocatore bianconero a fare questa ammissione nel giro di poche settimane) ha dichiarato che la gara pareggiata in casa contro l’Empoli abbia lasciato degli strascichi in un gruppo che evidentemente non è ancora mentalmente pronto per giocarsi certi obiettivi. Il resto, dunque, è normale conseguenza, con la Juve che ha perso così il 2° posto a favore del Milan. Se è vero che nelle ultime uscite i bianconeri abbiano ottenuto meno di quello che meritassero, è altrettanto vero che nella prima parte di stagione abbiano a volte incassato di più rispetto a quanto proposto: insomma, non era una squadra di fenomeni prima, non è un gruppo di brocchi ora.
Pochi punti anche creando di più
Ci sono però indubbiamente delle considerazioni nel merito da fare, perché soprattutto contro Napoli e Atalanta la Juventus ha creato di più degli avversari, cercando di stare più alta, ma prendendo ugualmente gol “da polli” (come dice solitamente lo stesso Allegri) come quando difende bassa. Insomma, questa squadra non riesce a trovare il giusto equilibrio tra proposta di gioco e risultati, per demeriti dell’allenatore e dei giocatori (quando le cose andavano bene, ovviamente i meriti erano allo stesso tempo equamente distribuiti).
Non può essere di certo un caso che l’assistman per eccellenza di questa squadra sia Weston McKennie, che con i 2 messi insieme contro la Dea, nonostante una spalla lussata, sia giunto al totale stagionale di 9. A parte l’americano e Andrea Cambiaso (3° gol stagionale per lui), sulla linea di centrocampo si intravedono grandissimi limiti. Locatelli è involuto rispetto ai mesi scorsi, Rabiot è ai box e negli ultimi due match si sono alternati in mediana Nonge, Miretti e Nicolussi Caviglia, elementi giovani e bravi, il cui valore è tutto da verificare in un contesto che deve puntare a primeggiare.
A ciò si deve aggiungere una fase difensiva quasi da film horror, che hanno trasformato questa Juventus in un colabrodo, qualunque sia il suo atteggiamento. Contro la squadra di Gasperini, a dire il vero, la squadra bianconera ha cercato di stare alta, pressando i nerazzurri con foga per recuperare la sfera più vicino possibile alla porta di Carnesecchi. Non è bastato, però, per non farsi perforare, prima su uno schema da fermo, poi al termine di un’azione manovrata in cui Bremer e soci non ci hanno capito letteralmente nulla.
Quale finale di stagione?
Il viatico verso il finale di stagione, dunque, non lascia tranquilli i tifosi e l’ambiente. Il secondo posto consentirebbe di giocare la prossima Supercoppa Italiana e al momento è stato lasciato al Milan. L’obiettivo primario rimane tornare in Champions League e al momento il margine sulle inseguitrici è importante, ma non infinito. Inoltre, c’è una Coppa Italia alla portata che è sempre un trofeo che in tempi di magra può rappresentare un importante punto di partenza per la risalita. In tutto ciò si interseca il destino della panchina, con Allegri che sembra sempre più lontano e una programmazione che incombe tra diverse incognite, tra cui quelle finanziarie.