Due punti in quattro giornate sono il certificato della crisi: la Juventus ha perso contro Inter e Udinese, pareggiato con Empoli e Verona in questo parziale. Se si eccettua la gara contro la corazzata nerazzurra, che vincerà lo scudetto perché di due categorie sopra sia alla Vecchia Signora si a tutte le altre compagini di Serie A, gli altri match erano sulla carta tutti alla portata dei bianconeri. Peccato, però, che con la partita contro io toscani si sia rovinato tutto prendendo un’onda lunga dalla quale al momento non si vede l’uscita. Anziché arrivare davanti al match scudetto contro i nerazzurri, la Juve si è andata a giocare la gara più importante della stagione in una posizione di svantaggio, la peggiore possibile, con i nerazzurri davanti e in più una partita da recuperare.
Da Empoli a Verona: c’è un filo conduttore
La sconfitta di San Siro ha fatto il resto: andato definitivamente il tricolore (in realtà mai stato in discussione a mio avviso) e con un vantaggio consistente sul 5° posto, gli uomini di Massimiliano Allegri hanno visto calare in maniera importante la tensione. Svuotati e impauriti, i bianconeri sono tornati sulla stessa altalena su cui sono stati nelle tre precedenti stagioni, con scivoloni seguiti da prestazioni illusorie e che hanno sempre preceduto altre brutte figure. Basta guardare in faccia i calciatori dopo aver subito un gol: sui loro volti c’è smarrimento, paura, incapacità di reagire.
Nella migliore delle ipotesi, le reazioni sono confuse e tutt’altro che incisive. Un senso di smarrimento che pervade tutto e tutti e che impedisce di trovare continuità di prestazioni e risultati. Probabilmente quest’anno ci eravamo illusi che il peggio fosse alle spalle, poiché l’altalena fino a poche settimane fa non si era ancora palesata. Ma il fatto che la squadra si sia smarrita proprio adesso, nel momento clou della stagione, è ancora più preoccupante. Il rischio concreto è che la squadra non abbia più obiettivi e non sia capace di tirare fuori quella personalità e quella forza mentale che dovrebbe essere la base del Dna Juve.
Juve: difesa fragile anche “senza Alex Sandro”
Per citare l’avvocato Agnelli, che riferì a suo tempo l’espressione a Roberto Baggio, la Juventus sembra un coniglio bagnato e oggi più fragile che mai in fase difensiva. Contro l’Udinese la critica ha crocifisso Alex Sandro, ma senza il brasiliano in campo la squadra ha subito due gol per certi versi inconcepibili al Bentegodi. Davanti non si pressa se non saltuariamente, il centrocampo non fa filtro e in difesa saltano completamente marcature e coperture. Problemi mentale a parte, Max Allegri non è riuscito a trovare il bandolo della matassa e a questo punto, visto che nemmeno stare accorti con una difesa a cinque dà più garanzie, tanto vale provare nuove soluzioni tattiche.
Posto che i limiti sono lì e alcuni di essi non si possono superare senza interventi sul mercato. Non può essere un caso, infatti, che qualunque sia il modulo, ogni transizione positiva della Juve sia vanificata da errori tecnici banali: passaggi troppo corti o sulla figura piuttosto che sulla corsa, scelte errate in ripartenze in superiorità numerica, quando basterebbe un po’ più di lucidità per fare male agli avversari. È tutto un mix che al momento non funziona e a breve arriverà il momento delle scelte importanti in chiave futura. La Vecchia Signora dovrà decidere cosa vuole fare da grande, ovvero se continuare con Allegri o un altro tecnico, posto che investimenti di altissimo livello non se ne potranno fare e la squadra sarà composta ancora per un po’ da tanti giovani più qualche innesto di medio livello proveniente dalla Serie A, purché autofinanziato con le cessioni.
Il bivio di Allegri e Giuntoli
Allegri è l’uomo giusto per questo tipo di progetto? L’impressione è che lui stesso non si senta tale, poiché la sua consapevolezza è quella di dover alzare il tasso di personalità della rosa e quello lo si fa solamente aggiungendo elementi di comprovata esperienza internazionale. Il bivio è ormai a pochi metri, sia per quel che riguarda la classifica (il Milan potrebbe superare la Juve facendola scivolare al 3° posto) sia per quel che riguarda la programmazione della stagione 2024-2025. Un grande in bocca al lupo a Cristiano Giuntoli.