Pari e patta all’Olimpico tra Roma e Juventus, al termine di una gara tutto sommato intensa, seppur con tanti errori tecnici, da una parte e dall’altra. Come succede spesso nel calcio, quando entrambe potrebbero portare a casa la posta piena, alla fine la gara termina in parità. È stata una partita che ha vissuto di folate, con le due compagni, quella di Daniele De Rossi e quella di Massimiliano Allegri che si sono alternate in fase offensiva, senza risparmiarsi. A livello agonistico è stato dunque un buono spettacolo, considerato che i capitolini erano reduci da una dispendiosa partita di Europa League.
Roma-Juventus: protagonisti e delusioni
Bravi entrambi i portieri, con Svilar più impegnato di Szczesny. Un peccato che uno dei protagonisti più attesi, Paulo Dybala, sia stato costretto a lasciare la partita al termine del primo tempo per l’ennesimo problema muscolare degli ultimi anni. Assente ingiustificato Dusan Vlahovic, che non era probabilmente al meglio e ha fallito una ghiotta occasione da gol all’inizio del match. In palla, invece, Federico Chiesa, che ha provato a mettersi la squadra sulle spalle in diverse occasioni, ma deve concludere la sua undicesima partita contro la Roma senza ancora aver segnato un gol. Peggiore in campo l’arbitro Colombo, protagonista di una serie di decisioni letteralmente incomprensibili, regolamento alla mano.
I numeri dicono che nelle ultime 14 partite la Juve ha vinto solo 2 volte e che nelle ultime 4 sono arrivati solo pareggi (più la sconfitta nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio). Se a livello di prestazioni ci sono stati dei segnali da parte dei bianconeri, i numeri sono quello che sono e l’unica nota positiva è che con il pareggio dell’Olimpico ora mancano solo 3 punti dalla qualificazione matematica alla prossima Champions League. E con 3 gare ancora a disposizione non sembra serva un miracolo. Certo, in mezzo ci sarà anche una finale di Coppa Italia contro l’Atalanta, ma già con la Salernitana il prossimo weekend la Vecchia Signora potrebbe riempire la quinta casella delle competizioni da giocare il prossimo anno con la “coppa dalle grandi orecchie”.
Serve una Juve da 60 partite ad alti livelli
Dalle poco più di 40 partite di quest’anno, la Juventus nella prossima stagione ne potrebbe giocare circa 20 in più, ragion per cui servirà una rosa più attrezzata e più lunga e non sarà semplice allestirla con le risorse attualmente a disposizione. Soprattutto se una buona fetta di queste saranno impegnate per il cambio di allenatore. “Ancora 15 giorni – dice Max Allegri – poi saprete il mio destino”. Tutti gli indizi portano ad un costosissimo avvicendamento, con Thiago Motta che rimane in pole position, anche se negli ultimi giorni abbiamo letto di tutto sulle eventuali alternative vagliate dal club bianconero e sulle ipotetiche titubanze dell’italo-brasiliano. Solo John Elkann in persona potrebbe bloccare tutto e tutti.
La nuova Juventus dovrà nascere all’insegna del coraggio. Nelle scelte relative alla guida tecnica e ai giocatori, perché è fuor di dubbio che ci saranno dei sacrifici. Se non saranno ceduti alcuni big della squadra attuale, sicuramente partirà qualche giovane molto promettente che ha offerte in giro per l’Europa. A guidare l’operato di Cristiano Giuntoli dovrà dunque essere la forza delle idee, mentre i tifosi dovranno armarsi di tanta pazienza: tutto e subito non si può avere mai nella vita e anche se le rivoluzioni portano sempre con sé incertezza, la freschezza del cambiamento a volte può portare a risultati superiori alle proprie possibilità.