“Percorso”, è questa una delle parole che abbiamo sentito più spesso quest’anno venire fuori dall’interno della Juventus, soprattutto da parte del tecnico Thiago Motta. Dopo l’eliminazione dalla Supercoppa Italiana per mano del Milan e i risultati ottenuti in generale fino ad oggi, possiamo dire senza ombra di dubbio che ancora questo percorso non si intravede. Anzi, la squadra denota gli stessi limiti caratteriali, di mentalità e di carisma che aveva nelle precedenti stagioni. Allorquando si diceva che bastasse dare un gioco per sopperire ai limiti di esperienza e caratura.
Juve: ruolino da piccola squadra
Sebbene la proposta di gioco sia oggi ben differente, lo stesso Thiago Motta davanti alle telecamere di Canale 5 lamenta la mancanza di “carattere” da parte dei suoi: non ci possiamo sciogliere davanti alle prime difficoltà, dichiara il tecnico italo-brasiliano. Questa Juve è dunque incapace di gestire le partite esattamente come quella precedente, nonostante siano cambiati la guida tecnica e tanti calciatori. I numeri non sono da grande squadra: 26 partite ufficiali in stagione, 11 vittorie, ovvero solo il 42% del totale, a fronte di 13 pareggi e 2 sconfitte.
L’ultimo dato non deve sviare, poiché i pareggio nell’era dei tre punti non aiuta e chi vince 1 partita e ne perde 2 incassa gli stessi punti di chi inanella 3 segni X. Insomma, sesta in classifica in campionato, con ancora due partite di Champions League da giocare con rosa ridotta (i nuovi potranno essere inseriti eventualmente nella seconda fase del torneo), la Juventus fallisce l’appuntamento con il primo trofeo stagionale, la Supercoppa Italiana appunto, e lo fa ancora una volta da squadra immatura.
Col Milan un’altra gara gettata alle ortiche
Una gara che per 60 minuti sembrava in totale controllo, contro un Milan in grosse difficoltà nonostante il cambio recente della guida tecnica, è stata gettata alle ortiche con un atteggiamento immaturo e per via di una totale mancanza di equilibrio tattico e mentale. Quello che è successo nella ripresa, purtroppo, si era già visto in tante altre gare di questa stagione, dall’ultima esperienza contro la Fiorentina, passando per Parma, Cagliari e tanti altri pareggi maturati da compagine in balìa degli eventi. Ogni volta che questa squadra viene attaccata sembra vada in down mentale e possa subire gol da chiunque. Motta parla di mancanza di carattere, capitan Locatelli di mancanza di mentalità: un problema grosso dopo metà stagione.
Le poche certezze che aveva la compagine che lo scorso anno, giunta terza in campionato e vincitrice della Coppa Italia, sembrano sgretolarsi gara dopo gara, nonostante le tantissime novità. Questa Juve è in grado di resuscitare chiunque, e dopo la Fiorentina che era incappata in un momento buio, è toccato a un Milan che onestamente aveva fatto ben poco per stare in panchina. Gli svarioni e le disattenzioni difensive ormai non si contano più e non si possono spiegare solamente con l’infortunio di Bremer.
Serve un mezzo miracolo
Ci saranno sicuramente degli interventi sul mercato nelle prossime settimane, ma la storia dice che difficilmente le stagioni svoltano categoricamente da gennaio in poi. Insomma, per quello che si vede oggi, alla Juventus servirà un mezzo miracolo per raggiungere quel quarto posto che, per quanto scritto nel bilancio, è vitale per la sostenibilità del progetto tecnico.