In una stagione avara di soddisfazioni per i tifosi, la Juventus conquista la Coppa Italia e almeno per i piani societari il quadro è completo. L’anno prossimo i bianconeri disputeranno cinque competizioni, ovvero campionato, la stessa Coppa Italia, la Supercoppa Italiana, la Champions League e il Mondiale per Club. E se le cose andranno per il verso giusto, la Vecchia Signora potrebbe ritrovarsi in campo addirittura per oltre 60 partite. Insomma, si prospetta una stagione 2024-2025 lunga e molto dispendiosa, sotto tutti i punti di vista.
Allegri via con un altro record
E la Juve ha deciso di affrontarla con una nuova guida tecnica. Massimiliano Allegri non sarà più l’allenatore della Juventus, ma lascia con un altro trofeo e l’ennesimo record. La 15a Coppa Italia della Vecchia Signora, infatti, è anche la quinta del tecnico toscano, unico nella storia del calcio italiano ad averne vinte così tante. L’ha preparata alla perfezione Max dal punto di vista tattico, con la squadra di Gian Piero Gasperini resa praticamente innocua. E dire che nelle settimane passate i nerazzurri erano uno schiacciasassi, tanto che molto tifosi bianconeri si attendevano una finale a senso unico. Forse i bergamaschi erano un po’ stanchi per il tour de force degli ultimi tempi, ma la verità è che la partita si è indirizzata subito e solo i clamorosi errori di arbitro e VAR (c’era un clamoroso rigore su Vlahovic con conseguente secondo giallo per Hien a inizio ripresa) l’hanno tenuta aperta fino alla fine.
Perfetta nella chiusura degli spazi, cattiva al punto giusto e in forma negli uomini più importanti (Bremer, Rabiot, Vlahovic e Chiesa su tutti), la Juventus ha vinto strameritatamente una coppa che ora apre nuovi scenari. Vincere aiuta a vincere e farlo in un momento di difficoltà vale ancora di più. Soprattutto con diversi giovani del settore giovanile protagonisti. Lo ha sottolineato anche il principale azionista John Elkann, che ha lasciato intendere come il nuovo corso continuerà ad essere improntato sui giovani, seppur mai citando Allegri. I tifosi non si aspettino operazioni di mercato roboanti, ma un progetto tecnico sano e sostenibile.
La Juventus dopo questa Coppa Italia
Importante dal punto di vista del morale, ambientale e anche per le casse della società, la conquista di questa Coppa Italia non deve però essere considerata un punto di arrivo, bensì di partenza. Il piano industriale, infatti, non cambia, con il nuovo allenatore (Thiago Motta, a meno di tsunami) si dovrà mantenere la qualificazione in Champions e superare la prima parte della competizione europea. Se poi arriverà qualcosa in più tanto meglio, ma la priorità è stabilizzare i conti. Al resto dovrà pensare Cristiano Giuntoli, uomo forte al comando dell’area sport scelto dalla proprietà e incompatibile con un certo tipo di allenatori come Allegri stesso o Antonio Conte.
A proposito di Giuntoli e Allegri. La freddezza tra i due si percepiva da tempo e ieri è esplosa pubblicamente con lo sfogo del mister. Onestamente, il tecnico livornese è stato l’unico a farsi sentire pubblicamente nelle situazioni avverse. Anche ieri sera ci sono state decisioni arbitrali più che discutibili e la Juve si avvia a chiudere la stagione senza nemmeno una chiamata VAR a favore. L’allenatore, ma anche l’ambiente circostante, si attendevano giustamente di più da parte della società. Max si è sentito solo, accerchiato, indifeso e ieri sera, sapendo di essere ormai fuori, si è sfogato mollando letteralmente il freno a mano. Pagherà sportivamente come è giusto che sia e anche se sappiamo bene come funziona il mondo del giornalismo, spesso condizionato da correnti e altri fattori che trasformano spesso articoli e inchieste in violenza di un tipo diverso, le minacce nei confronti di un giornalista non hanno ragione di esistere.