Seconda in classifica a soli 2 punti dall’Inter e da ieri in semifinale di Coppa Italia. La Juventus 2023-2024, allenata da Massimiliano Allegri, sta vincendo e creando valore. Mi è d’obbligo però fare un attimo un passo indietro, quando io stesso al termine della stagione scorsa non vedevo come la Juve potesse continuare con Allegri in panchina e come lo stesso tecnico livornese potesse sperare di sistemare una situazione che mi sembrava incancrenita. La passata annata è stata uno stillicidio, per utilizzare un termine caro all’allenatore bianconero e aveva portato ad una serie di situazioni sfociate nel finale con tensioni elevatissime tra Allegri e un dirigente in particolare.
Juve: la stagione dello stillicidio
Sul campo la squadra aveva chiuso al 3° posto, ma si è vista sottrarre la partecipazione alla Champions League (e oltre 100 milioni di euro) da un altro processo sommario basato solamente sulle carte di un’accusa, poi dichiarata incompetente. La verità la scopriremo nei tribunali quelli veri tra almeno una decina d’anni, ma intanto la Vecchia Signora è stata dilaniata per la seconda volta nel giro di pochi anni, con un allenatore costretto a fare praticamente da presidente, direttore sportivo, responsabile della comunicazione e quant’altro. Lasciato completamente solo alla Continassa, Max Allegri ha portato da solo la nave fuori dalla burrasca, ma è arrivato all’ultimo atto con le lacrime aglio occhi e quasi svuotato di ogni velleità.
Il gruppo, dal canto suo, sembrava diviso e non seguirlo più, ragion per cui non sembravano esserci situazioni oggettive per una rinascita con le stesse condizioni. Invece, oggi siamo qui a commentare una Juventus che si trova in lotta per lo scudetto e al penultimo atto della Coppa di Lega nonostante nelle ultime settimane sia stata costretta a schierare tanti Under 20. Sono infatti stati convocati stabilmente 3-4 Under 18 (Yildiz è l’emblema di questa nidiata) e altrettanti Under 20, che sicuramente ad inizio stagione non erano pronti per certi palcoscenici. Eppure, con il passare dei mesi lo sono diventati. Come? Semplicemente perché sono stati allenati. Ecco, se ad Allegri si possono imputare tante cose, di sicuro ripetono leggende metropolitane e fake news coloro i quali sostengono che sia un “incapace” e che “non alleni”.
La rinascita della Juventus coi giovani
I risultati che stiamo vedendo oggi, sono il frutto del suo lavoro e di quello del suo staff, che in questi mesi hanno alzato il livello di alcuni elementi che faticavano anche in Serie C. Considerato il background di cui abbiamo parlato sopra, oggi la Juventus ha una rosa più sostenibile (in estate è arrivato solo Weah), con elementi rivalutati (McKennie su tutti) e giovani che nei prossimi anni saranno i protagonisti del nuovo ciclo. Considerato che i soldi che circolano nel calcio italiano sono pochini e che è stato anche cancellato il Decreto Crescita, avere giocatori di prima squadra provenienti dalle giovanili non è altro che un vantaggio rispetto alla concorrenza.
Nessuno può negare, infatti, che questa squadra stia overperformando, se si considera che si trova davanti alla squadra campione d’Italia che ha dominato il precedente campionato, davanti al Milan che ha speso tanto, alla Roma in cui giocano tanti idoli degli stessi tifosi bianconeri (Dybala, Aouar, Renato Sanches etc.) e alle spalle solo di un’Inter che indubbiamente ha due squadre a disposizione. Allegri ha da mesi a disposizione un solo cambio in difesa (Rugani), mentre a centrocampo le uniche alternative ai tre titolari sono Miretti e Nicolussi Caviglia. Il bilancio definitivo si potrà fare solo a fine stagione, ma senza usare tanti giri di parole, ad oggi Max e la Juventus (con Giuntoli e Manna in regia) stanno facendo un piccolo miracolo. E l’avere il solo campionato non è chissà quale vantaggio, perché nei 9 anni di dominio bianconero, nessuna squadra senza coppe, seppur attrezzata, ha visto boccia. Niente è scontato nel calcio, la differenza la fa sempre e solo il lavoro.