La Cina ha bandito tutte le competizioni eSport legate a PUBG e mette ulteriori paletti alla diffusione dei giochi online sul territorio. In questo momento preciso non è ancora consentito giocare a PUBG nel paese. Ora le competizioni eSport sono vietate e il ban colpirà oltre che i tornei e i giocatori- che si contano a migliaia – organizzatori, squadre e streamer. Quindi l’intero business, che secondo la società di consulenza cinese iResearch, nel 2020 girava intorno ai 147 miliardi di yuan (23 miliardi di dollari).
Inoltre questa decisione influirà anche sul vantaggio competitivo della nazione proprio mentre i suoi team di eSport professionisti si preparano per i tornei internazionali, inclusi i Giochi asiatici 2022 a Hangzhou. Vantaggio competitivo che passerà ad altri paesi come Stati Uniti, Corea del Sud ed Europa.
“I nuovi regolamenti uccidono quasi le possibilità dei giovani di diventare giocatori professionisti di eSport”
Chen Jiang, Scuola di ingegneria elettronica e informatica dell’Università di Pechino
Il divieto nell’itero paese colpisce il gaming, ma soprattutto il mondo dell’eSport, dove la Cina possiede le squadre più forti al mondo. Il nuovo divieto che riguarda PUBG: Battlegrounds in Cina è diretto specificamente alle competizioni di eSport, inoltre non è ancora stato approvato dalla National Press and Publication Administration (NAPP) cinese.
Cina ed eSport: il problema della dipendenza
Il problema è soprattutto la dipendenza dai videogiochi. Il che ha provocato una protesta da parte di molti adolescenti cinesi, che già erano soggetti a molte limitazioni. Le società di gioco limitano così i giochi online per i minori di 18 anni a sole tre ore alla settimana, ma a direi vero, anche prima delle modifiche, i minori erano limitati a 1,5 ore nei giorni feriali e a tre ore nei fine settimana.
La Cina è il più grande mercato di eSport del mondo con una stima di oltre 5.000 squadre, ma le nuove rigide regole del governo volte a frenare la dipendenza dai giochi sono destinate a rendere le carriere come quella di Zhang difficili da emulare.
Reuters
Maurice “Amazing” Stückenschneider, giocatore e allenatore professionista tedesco di League of Legends, ha dichiarato al Financial Times:
L’eSport “devi vederlo come simile a un altro sport.I giocatori possono allenarsi 70 ore a settimana o potenzialmente di più, quindi ciò potrebbe significare una discrepanza di 67 ore. Sarà semplicemente impossibile [per i giovani cinesi] mantenere un livello elevato”.
Maurice “Amazing” Stückenschneider