La squadra è felice quando vince, aveva detto nella conferenza stampa della vigilia Thiago Motta. E quindi oggi la Juventus è felice, guai se non lo fosse. Nello sport si compete per vincere e se fai bene ma non porti a casa il risultato non sei felice. Se fai male, ma vinci, qualsiasi problema viene rinviato. È così che i problemi di questa Juve vengono rinviati alle prossime gare, perché il dato è che dopo tanti mesi i bianconeri sono riusciti a ottenere due successi di fila in campionato.
Due vittorie di fila che mancavano da mesi
Sei punti in pochi giorni che hanno un peso specifico importantissimo in chiave Champions League, perché la concorrenza non molla e la Vecchia Signora non si può permettere di non centrare l’obiettivo minimo. Per questioni sportive, economiche, di prestigio del brand. Dopo l’Empoli il club del presidente Ferrero ha domato anche il Como, facendo il suo per quello che dovrebbe essere il ruolino classico di un grande team contro una piccola. Qualcosa, però, la si può dire sulla prestazione, che ha visto indubbiamente la squadra di Cesc Fabregas giocare meglio.
Nel primo tempo (ma la musica non è cambiata granché nella ripresa) la Juventus ha rischiato di capitolare in un paio di occasioni e solo un grande Di Gregorio ha negato la gioia del gol alla squadra di casa. Il vantaggio della squadra di Motta è stato dunque abbastanza casuale, o meglio, un risultato individuale: una delle novità del 2025 è che basta dare la palla a Kolo Muani e l’ex PSG qualcosa se la inventa. L’impatto del ragazzo con l’ambiente bianconero è stato lo stesso di uno tsunami, poiché era da troppo tempo che la Juventus non poteva contare su un centravanti in grado di mettere a segno 5 reti in 3 partite. E non è un caso che sia sempre lui a prendersi la responsabilità nei minuti finali di calciare il rigore decisivo per il successo.
Questa Juve ha un gioco?
Per il resto, c’è davvero poco. La solita costruzione fine a sé stessa e che non porta a nessuno sviluppo e finalizzazione. Una manovra lenta e prevedibile resa ancor più soporifera da un Koopmeiners che non è presentabile a certi livelli e che probabilmente trarrebbe giovamento dal fermarsi un po’ piuttosto che continuare a giocare così. E a questo si aggiunge la solita gestione approssimativa di coperture e marcature su cross e traversoni, che fin qui hanno portato a tanti gol subiti.
In generale, tutta la fase difensiva della Vecchia Signora è balbettante e ogni pallone che finisce in area fa letteralmente tremare le gambe ai difensori bianconeri. Si salva un po’ Weah, ma per il resto naufragano Gatti, un po’ meno Veiga, tanto Savona e il subentrato Kelly, che non è sembrato pronto per avere un certo impatto con la gara. A febbraio, dopo quasi 8 mesi di lavoro, la Juve è questa cosa qui: una squadra che palleggia e basta, per il resto è in balìa delle partite e di qualche giocata dei propri giocatori con più talento. Ovviamente ci sono state gare migliori e gare inaccettabili, ma globalmente il piatto piange e considerato che mancano tre mesi al termine della stagione, il destino sembra essere quello di un’altalena che nessuno sa dove porterà.