È un’imbattibilità finta quella dietro cui si nasconde questa Juventus. Se sei imbattuto e sei in lotta per il titolo è un discorso, ma se sei imbattuto e sei 5° in classifica c’è ben poco di cui bearsi: 12 pareggi equivalgono in classifica a 4 vittorie e ben 8 sconfitte, ragion per cui non ha alcun senso vantarsi di non aver ancora mai perso in campionato, se chi ha perso diverse partite ti è nettamente davanti. La stagione della Juve si incanalata negativamente e bisogna far presto per provare a rimetterla in piedi, altrimenti può finire ancora peggio.
Contro il Torino abbiamo assistito ad errori e limiti già visti e rivisti più volte in stagione e non può essere solo l’assenza di Bremer a spiegare la fragilità di una squadra che ha pareggiato con squadre nettamente inferiori anche quando c’era a disposizione il difensore brasiliano. Al 12 febbraio questa Juventus ha problemi tecnici, tattici, atletici e mentali. Affronta le partite quasi sempre con almeno 6-7 giocatori assenti e chi accusava negli anni precedenti allenatori e preparatori di turno, oggi dovrebbe avere la decenza di adottare lo stesso metro oppure semplicemente tacere.
I limiti della Juventus di Motta
La costante è quella di una squadra che approccia le partite anche abbastanza bene, ma una volta andata in vantaggio non dà mai l’impressione di saper gestire le partite. Che si tratti di attaccare o di difendere, le difficoltà della Juve di Thiago Motta sono le medesime. La squadra costruisce anche molto bene, ma non sviluppa e non finalizza, per di più dando sempre l’impressione di grande fragilità difensiva. Qualunque sia l’avversario, ormai tutti sanno che prima o poi in qualche modo la Juve il gol lo prenda.
È una questione di atteggiamento, perché se ogni volta a commettere l’errore decisivo è un giocatore diverso, vuol dire che c’è un problema di fondo che non si è riusciti a risolvere in cinque mesi. Provare a cambiare modulo potrebbe essere una soluzione, ma al momento Motta non sembra orientato verso questa soluzione. Il tecnico bianconero nelle ultime settimane, al netto degli infortuni, qualcosa ha cambiato, portando Yildiz sulla corsia destra (il turco fa bene un po’ ovunque avendo tecnica superiore alla media) e dando una chance a Douglas Luiz, che non ha per nulla sfigurato contro il Toro.
Koopmeiners dove sei e cosa sei?
Peccato che Koopmeiners, a parte un tiro forte e centrale nelle mani di Milinkovic Savic, continua ad essere il cugino molto meno dotato del giocatore ammirato all’Atalanta. A nulla è servito nemmeno dare all’olandese la fascia di capitano, che continua ad essere itinerante e che stranamente non è tornata sul braccio di Gatti, uno dei primissimi leader della stagione. è fin troppo evidente che qualcosa anche nello spogliatoio non stia funzionando, ma solitamente questi problemi sono lo specchio della società e anche lì pare ci sia qualcosa che non quadra. E se non si sistemano prima le cose nella stanza dei bottoni, la squadra non sarà mai immune da alti e bassi.