Contro la Fiorentina è arrivato ieri sera l’11° pareggio stagionale, il 7° tra le mura dell’Allianz Stadium. L’anno solare 2024 si chiude dunque con la Juventus che non riesce a vincere mai 3 partite di fila. Un chiaro segnale del downgrade effettuato negli ultimi anni dal club bianconero. Oggi la Vecchia Signora è questa cosa qui e bisogna starci, ma la cosa più importante è non fare ulteriori passi indietro, perché senza la qualificazione alla prossima Champions League il progetto subirebbe un ulteriore ridimensionamento.
Juventus: rinascita ancora lontana?
Sono lontani i fasti dei 9 anni di scudetti e oggi onestamente nessuno ha più paura di affrontare i bianconeri. Thiago Motta sta lavorando tanto dal punto di vista tecnico e tattico, ma evidentemente non basta e oggi nessuno è in grado di dire quando il progetto potrà definitivamente decollare e la Juve tornare ufficialmente una big del calcio italiano. Attualmente la squadra è in mezzo a un guado e sembra che il passare oltre non sia principalmente responsabilità della guida tecnica. Ne sono state cambiate diverse nella storia recente a Torino, ma quel dna che contraddistingue la Gobba non si è ancora visto.
L’imbattibilità in campionato è una magrissima consolazione nell’era dei tre punti, poiché chi sta in vetta ha perso anche 3 partite. Se pareggi 38 volte su 38, con molte probabilità vai in Serie B, da imbattuto. Insomma, inutile trincerarsi dietro questo tipo di statistiche, che non fanno parte del bagaglio storico bianconero. Piuttosto, bisogna capire come sistemare più cose possibili nella seconda parte di stagione. il mercato può aiutare, ma non risolvere tutto, anche perché poche volte nella storia le stagioni svoltano con le sessioni di riparazione.
Il mercato aiuta ma non risolve
Sicuramente ci saranno da sostituire Bremer e Cabal, la cui stagione è finita anzitempo con l’assenza del brasiliano che si sta facendo molto sentire nella fase difensiva. Poi, visto che si parla delle uscite di Danilo, Fagioli e Arthur, è lecito attendersi qualcos’altro anche a centrocampo e in attacco. Le condizioni di Milik continuano ad essere incerte non si sa ad oggi la data del rientro del centravanti polacco. Ovviamente, questo non basta a giustificare la sterilità di una squadra da cui ci si attendeva onestamente di più. Insomma, bene gli aiuti che arriveranno dal mercato, ma dalla testa della società all’ultimo dei dipendenti ci si attende onestamente di più.
La prima cosa che sembra mancare è quel Dna, gli occhi della tigre, quell’atteggiamento che al di là del modulo, del modello e della strategia di gioco, portavano la Vecchia Signora a vincere le partite sin dall’ingresso nel tunnel dello Stadium. Se c’è stata una cesura netta col recente passato è perché non si ritenevano gli interpreti – allenatore e giocatori – all’altezza di quello che la Juventus vuole essere nel prossimo futuro. Il tempo stringe e se non ci sarà una sferzata già dai primissimi giorni del nuovo anno, difficilmente ci si potranno attendere miracoli dai mesi a venire. Il rischio è di annoverare questa stagione come una transizione, ma ci sono transizioni e transizioni: senza la Champions League l’annata 2025-2026 sarà caratterizzata da una rosa ancora più giovane, investimenti inferiori e qualche cessione eccellente tra quelli più bravi. Così la rinascita sarebbe ulteriormente rinviata.