Al 17 marzo 2025 della Juventus non restano che le macerie. La sconfitta rimediata ieri contro la Fiorentina altro non è che la prosecuzione della gara persa in casa contro l’Atalanta, che a sua volta era la prosecuzione del match perso contro le riserve dell’Empoli in Coppa Italia, che era la prosecuzione della partita persa contro il PSV già battuto due volte in precedenza, che altro non era che il filo conduttore di 13 pareggi in campionato che equivalgono ad altre 8 sconfitte.
Un progetto che non ha costruito nulla
Ad oggi dalle parti della Continassa non si è costruito nulla, anche se sono sostanzialmente d’accordo con il Football Director Cristiano Giuntoli: questa squadra conquisterà il 4° posto o affonderà definitivamente con Thiago Motta. Non ritengo abbia senso cambiare allenatore oggi, perché tanto la situazione è talmente compromessa che non c’è più tempo per rimediare alla confusione che regna sovrana in campo e nello spogliatoio.
Il tecnico italo-brasiliano ha cercato di imporsi subito a suon di giocatori messi fuori rosa, di esclusioni eccellenti e di punizioni con tanto di fascia di capitano itinerante. Di tutto l’entusiasmo e della progettualità con cui era partita la stagione, oggi non è rimasto sostanzialmente nulla. La squadra è stata ringiovanita, ma nessuno l’ha migliorata dal punto di vista tecnico, tattico, atletico e mentale. Inizialmente si vedeva una buona costruzione da dietro, ora più nemmeno quella, poiché dopo il primo giro palla si scarica su Di Gregorio che spara avanti nella speranza che succeda qualcosa. Per di più, la squadra è fragile nelle marcature, nelle coperture e alla prima difficoltà finisce letteralmente in balìa degli avversari.
Questa Juventus peggiora tutti
Tutti i giocatori presi uno per uno sono peggiorati. Yildiz è irriconoscibile, Vlahovic non riesce a giocare più nemmeno un minuto, Kolo Muani non segna dal 7 febbraio dopo che aveva avuto un ottimo impatto con l’ambiente appena arrivato; e ancora Renato Veiga, che era sembrato un giocatore interessante, è stato a Firenze letteralmente umiliato da Kean, mentre Koopmeiners continua ad essere umiliato da chiunque; Conceicao è sparito ed elementi come Gonzalez e Douglas Luiz, che facevano gol e assist nelle precedenti squadre, sembrano dei fantasmi. E a chi sosteneva che Motta non riuscisse a far digerire il suo credo perché la Juve giocava ogni tre giorni, la risposta è arrivata nelle ultime settimane: con un solo match da preparare ogni sette giorni la situazione è persino peggiorata.
Senza Champions sarebbe un disastro sportivo ed economico
È un fallimento su tutta la linea e se non arriverà il 4° posto al termine della stagione sarà ancora peggio. Qualcuno dovrà infatti andare dal proprietario a chiedere un nuovo e sostanzioso aumento di capitale e per di più bisognerà fare i conti con i calciatori. Alcuni senza Champions non rimarrebbero, altri si dovrebbero inevitabilmente cedere per questioni di bilancio. In più c’è la questione sponsor ancora in sospeso e nessuno crede che senza la coppa più importante il brand che finirà sul petto delle prossime maglie darà la stessa cifra su cui si sta lavorando da tempo. Alla fine della stagione Motta sarà giudicato sulla base dei risultati, ma anche sulla base della gestione dell’ambiente, ambito in cui ha avuto carta bianca, con deleghe che sicuramente tecnico come Pirlo e Sarri (che hanno pagato per molto meno) nemmeno avevano.
Qualcuno parlava di macerie nel recente passato, ma sta di fatto che sul campo nei 14 anni precedenti la Juventus si è sempre qualificata in Champions League sul campo. Quest’anno lo farà? Vedremo, ma il rischio è davvero che stavolta non si riparta nemmeno da un nuovo anno zero, bensì a -1.