NBA 2024-25: gli Oklahoma City Thunder sono una delle due squadre che si giocherà il titolo di campione NBA di questa stagione. In questo focus diamo uno sguardo al passato della franchigia e vediamo quali sono i giocatori che stanno compiendo questa incredibile cavalcata.
I Seattle SuperSonics ed il titolo del 1979
La stagione 2024/25 degli Oklahoma City Thunder sarà, inevitabilmente, una di quelle che verrà ricordata da qui agli anni a venire, a prescindere da quale sarà l’esito delle Finals.
La squadra di Mark Daigneault ha concluso il suo cammino in Regular Season con un record finale di 68 vittorie e 14 sconfitte, che ha segnato anche un traguardo per la storia della franchigia. Il precedente record di vittorie, infatti, era di 60, ottenuto nella stagione 2012/13. In realtà Shai e compagni hanno eguagliato il record di vittorie (68) degli allora “Seattle SuperSonics”, come era denominata prima la società, fondata nel 1967 a Seattle, Washington.
E proprio i Seattle SuperSonics detengono l’unico titolo nella storia NBA della franchigia che, nel 1979 conquistò il suo primo anello. Erano i tempi di leggende come Gus Williams, Dennis Johnson e Jack Sikma.
Nel 2006 la squadra fu venduta ad un gruppo di investitori di Oklahoma City, al cui vertice c’era Clay Bennett. Dopo una serie di trattative non andate a buon fine e dopo una dura battaglia legale con la città di Seattle, la squadra fu ufficialmente trasferita proprio ad Oklahoma City, cambiando il nome in Oklahoma City Thunder.
Ovviamente il nome, i loghi e la storia dei SuperSonics (1967-2008) restano legati a Seattle e questo renderebbe ancora più incredibile la cavalcata di questa stagione dei Thunder. Un titolo sarebbe il primo vero riconoscimento ottenuto da quando la franchigia si trova ad Oklahoma City.
La squadra ha trovato l’amalgama perfetta
Uno dei punti di forza di questi Oklahoma City Thunder è, senza ombra di dubbio, l’amalgama che si è formata tra i titolari e le riserve. La maggior parte dei giocatori presenta un’età molto giovane: non a caso con 24,4 anni di media sono proprio la squadra più giovane dell’intera lega.
Questo dato li ha resi il team più giovane della storia dell’NBA ad ottenere la prima posizione della Western Conference ed è la netta dimostrazione di come la società si sia mossa alla perfezione negli ultimi anni, puntando su di una crescita sostenibile ed a lungo termine, ma che allo stesso tempo potesse garantire risultati immediati.
La stella della squadra è Shai Gilgeous-Alexander, guardia canadese di 26 anni che quest’anno ha davvero stupito tutti con la sua leadership e continuità. Dopo aver chiuso la Regular Season con 32.7 punti, 5.0 rimbalzi e 6.4 assist di media ha meritatamente vinto il titolo di MVP, battendo anche la concorrenza di Nikola Jokic (che aveva vinto 3 titoli MVP negli ultimi 4 anni).
Shai si è confermato anche nei Play-Off, ed al termine delle finali di Western Conference vinta per 4-1 contro i Minnesota Timberwolves è stato premiato come miglior giocatore della serie. L’obiettivo, adesso, è quello di portarsi a casa l’anello ed il titolo di MVP delle Finals NBA.
Sarebbe, però, riduttivo ed irrispettoso parlare solamente di Shai quando si elogiano questi Oklahoma City Thunder. Jalen Williams si è rivelato un giocatore straordinario, quasi indispensabile per Daigneault, tanto che lo stesso coach lo ha utilizzato in quasi tutte le posizioni del campo quando gli infortuni hanno colpito la squadra. Che sia da guardia, da ala oppure da centro, il 24 enne originario di Denver è senza ombra di dubbio la seconda stella della squadra, in grado di fare la differenza in entrambe le metà campo.
Chet Holmgren sta facendo vedere al mondo che la seconda scelta del Draft del 2022 non è stata affatto un azzardo, nonostante i problemi fisici che lo hanno tormentato a lungo in queste ultime stagioni. Chet si è trasformato ed evoluto, fino a diventare uno dei migliori difensori della NBA in questa stagione. Protezione del ferro, controllo del pitturato e versatilità difensiva: sono queste le caratteristiche che hanno permesso il salto di qualità alla squadra.
Infine ci sono i “gregari”, coloro che vanno a completare il quintetto e l’organico, ma che sono altrettanto necessari perché ognuno, a modo suo, si incastra perfettamente nel meccanismo di Daigneault: Lu Dort, Isaiah Hartenstein, Cason Wallace, Alex Caruso, Aaron Wiggins, Isaiah Joe e Jaylin Williams. Tutti hanno il proprio compito e tutti sanno sempre cosa fare e quando farlo, anche se in uscita dalla panchina.
Non possiamo sapere se questi ragazzi si porteranno a casa l’ambitissimo anello, ma una cosa è certa: con una squadra giovane, uno dei migliori allenatori sulla piazza e delle grandissime mosse societarie alla base il futuro è assicurato. Il modello degli Oklahoma City Thunder dovrebbe essere studiato e preso come esempio, per quanto possibile, dalle altre franchigie.