Andrea Agnelli è stato, oltre che il più vincente, anche il più lungimirante presidente e dirigente sportivo che il calcio italiano abbia avuto nella storia recente. E dire che li aveva messi in guardia durante quelle riunioni tenute presso la sua abitazione, nei confronti delle quali qualcuno ha gridato allo scandalo. Chi guida il calcio – presidenti di federazioni e leghe – in qualunque categoria incontrano spesso privatamente i proprietari dei club per discutere di questioni più o meno serie. L’ex presidente della Juventus, che ha sempre avuto a cuore il destino del prodotto calcio italiano (lui sì, quelli attuali francamente non so) ed europeo non aveva usato mezze misure: signori miei, qui o si fa una rivoluzione o ci andiamo a schiantare.
Premier League e Arabia Saudita schiantano la Serie A
E a quanto pare il calcio italiano ha deciso di prendere al volo un treno chiamato fallimento. Per carità, la Superlega è stata con ogni probabilità organizzata e presentata male (almeno inizialmente), ma casualmente ora sono in tanti a fare retromarcia chiedendo una grande competizione europea che disinneschi lo strapotere di Premier League e ora anche Arabia Saudita. Dove sono ora i tifosi che scendevano in piazza in nome del “calcio del popolo”? Nulla da dire nei confronti del saccheggio da parte del campionato inglese dei migliori talenti presenti in Italia? E degli ingaggi faraonici che gli sceicchi stanno garantendo a campioni più o meno stagionati del Vecchio Continente?
Curiosamente nessuna manifestazione si è organizzata durante questa sessione estiva che sta depauperando in generale il calcio europeo a favore di due leghe, quella inglese che è sempre più dominante nel Continente e quella araba, che promette di non essere affatto una meteora come quella cinese. Quali sono le contromisure prese da chi al momento comanda il calcio italiano a parte ribadire a spron battuto li slogan vuoti del “campionato avvincente made in Italy” e “dell’avvicinamento costante alla Premier League”? Se le cose vanno così bene, perché nessuno dalla Lega Calcio ci spiega realmente cosa stia succedendo con i diritti televisivi?
Diritti TV Serie A: l’ennesimo rinvio
Ieri è andata a vuoto l’ennesima assemblea, con i club che hanno rinviato ogni decisione in merito alle offerte di Sky, Mediaset e Dazn per i diritti TV 2024-2028. Le offerte saranno valide fino al 15 ottobre, ma in teoria per la decisione ultima c’è tempo fino al 2 agosto, dopodiché si dovrebbero aprire le buste dei 6 soggetti che hanno dimostrato interesse a creare il canale ufficiale della Lega Serie A. Ci ha pensato, purtroppo per loro, Aurelio De Laurentiis a dirci le cose come stanno: l’obiettivo era quello di raggiungere 1,15 miliardi di euro l’anno per i diritti TV e le offerte non raggiungono nemmeno i 600 milioni annui. Un disastro e non si vede come la situazione possa migliorare continuando a rinviare la decisione.
Le uniche cose concrete che si sono viste negli ultimi tempi sono una proposta di legge della maggioranza in cui c’è un presidente di Serie A, che farebbe lo sconto a quei club che avevano già ottenuto lo “spalma-debiti”. Fantastico: non solo non hanno pagato il dovuto entro i termini di legge, dopo aver ottenuto la possibilità di spalmare tutto in comode rate, ora vorrebbero anche non restituire allo Stato una parte del dovuto. L’altra novità delle ultimissime ore è la norma retroattiva (avrà valore per le operazioni realizzate dallo scorso 1 luglio) approvata dalla Figc su richiesta della Lega Serie A per considerare comunitari i calciatori extracomunitari provenienti da Regno Unito e Svizzera.
Lascio a voi ogni giudizio, a me non sembra che chi ha al momento il pallino del gioco stia lavorando per il bene del “prodotto calcio”, bensì solo per interessi personali. L’impressione è che questo calcio italiano ridimensionato, alla fine stia molto bene a certi personaggi, che potranno così vedere primeggiare anche i loro club, che in condizioni normali, in un calcio sano, le parti alte della classifica non le vedrebbero nemmeno col binocolo. Contenti loro, contenti tutti, ma casualmente chi stava lavorando per rilanciare una delle industrie più importanti per il Paese, è inibito ed esiliato. Chi sta distruggendo il giocattolo, paradossalmente assume ogni giorno più potere. Tanti auguri.