Qualcuno ci ha provato a raccontare la favoletta che la Serie A – avendo vinto 4 squadre diverse lo scudetto negli ultimi 4 anni – sia prossima ad agguantare la Premier League. Calcio is back è lo slogan scelto per il rilancio del principale campionato di calcio nostrano, che all’estero ora si chiama Serie A Made in Italy. Mi ricorda quando Silvio Berlusconi, da presidente del Consiglio, invitò la Fiat a mettere il marchio Ferrari sulle proprie vetture per aumentarne l’appetibilità. Purtroppo, non basta una spruzzatina di profumo per mandare via i cattivi odori, bisogna prendersi cura del proprio corpo come si deve se si vuole fare bella figura. E non mi sembra che ci si stia prendendo cura seriamente del prodotto calcio italiano.
Diritti TV: un flop annunciato
L’ennesima conferma è rappresentata dal bando per i diritti televisivi, per il quale la Lega Serie A non ha ottenuto offerte pari alla cifra minima stabilita in 1,15 milioni di euro annui. Saranno così necessarie contrattazioni private con Sky, DAZN e Mediaset, visto che Amazon e gli altri operatori inizialmente interessati si sono chiamati fuori. Insomma, l’appeal tanto sbandierato non c’è, ma del resto era cosa arcinota il fatto che per i prossimi 5 anni il massimo campionato italiano non avrebbe ottenuto gli stessi soldi percepiti fin qui essendosi depauperato di qualità e campioni. Il fatto stesso che si punti agli Europei del 2032 per poter rifare gli stadi, è segno tangibile di una mancanza di lungimiranza e risorse, che non proietta affatto la Serie A verso un avvicinamento alla Premier.
Plusvalenze reali o fittizie?
Le ultime sessioni di calciomercato sono lì a confermarlo e quella che si aprirà il prossimo 1 luglio non dovrebbe fare eccezione. Basta analizzare la marcia di avvicinamento al calciomercato da parte delle big, preoccupate innanzitutto a vendere per fare cassa. La Roma, ad esempio, deve adottare un sistema di plusvalenze (sì, quello che ha portato alla penalizzazione della Juventus) per sistemare i conti entro il 30 giugno. Un ragazzino della Primavera con qualche minuto in prima squadra è già stato valutato 8,5 milioni, mentre presto altri due saranno ceduto per minimo 12 milioni (qualcuno un giorno ci spiegherà perché uno juventino che con un bel po’ di presenze nel massimo campionato non poteva essere valutato 8 milioni).
Mercato senza soldi veri
La Lazio, seconda forza dell’ultima campionato, ha al momento il mercato in ghiaccio per via dell’indice di liquidità e se non interverrà il patron in persona con sue risorse, Sarri farà fatica ad ottenere i calciatori che va chiedendo ormai da tempo. Il Milan ha azzerato la sua area tecnica che chiedeva investimenti importanti per giocatori già affermati ed è orientato a proseguire sulla linea verde con colpi mirati e in proiezione futura. L’Inter sta lavorando per cedere qualche pezzo pregiato e proseguire con gli avvicendamenti che hanno già caratterizzato il recente passato. La Juventus, priva della Champions League, e in attesa di poter finalmente abbracciare il nuovo ds Giuntoli, ha già ceduto a titolo definitivo Kulusevski e se non riuscirà a piazzare gli esuberi rientranti dai prestiti, dovrà sacrificare qualche pezzo pregiato della rosa.
In tutto ciò, il Napoli campione d’Italia ha perso allenatore, direttore sportivo e potrebbe presto salutare qualcuno dei protagonisti della cavalcata tricolore, nonostante non abbia problemi finanziari. Insomma, si prospetta un’altra estate con la Serie A porto di mare, in cui i campioni sono solo di passaggio e al loro posto si è costretti a puntare su giovani di belle speranze, come nei campionati belga e olandese, o su vecchie glorie agli ultimi sussulti delle rispettive carriere. Il calcio che conta, purtroppo, è un’altra cosa.