La Juventus batte il PSV in Champions League e ottiene tre successi consecutivi che in questa stagione non si erano mai visti prima. All’Allianz Stadium finisce 2-1 contro il PSV Eindhoven e ancora una volta la Vecchia Signora ha mostrato due facce. Nella prima frazione di gioco i bianconeri sono partiti forte lasciando intendere alla squadra di Bosz che non ci sarebbe stata trippa. Ma dopo qualche folata iniziale, la formazione di Eindhoven ha preso l’iniziativa spaventando la porta difesa da Di Gregorio.
Avvio sprint, poi la Juve sbanda
Squadra allenata da Thiago Motta ha avuto una decina di minuti di sbandamento, in cui è parsa spaventata e confusa, ma intorno al 30’ ha ripreso il controllo delle ostilità presentandosi più spesso dalle parti dell’estremo difensore ospite, fino all’azione tambureggiante che ha portato al vantaggio di McKennie (una vera e propria staffilata di contro balzo per l’americano).
La rete dell’1-0 da parte dei bianconeri un po’ ci ha illuso, perché nella ripresa ci saremmo attesi una Juve più tambureggiante alla ricerca del raddoppio, per provare a chiudere la pratica. Invece, è arrivato il pareggio dell’ex interista Perisic, abile a sfruttare un’azione viziata da un fallo di mano e una marcatura approssimativa di Kelly. Il gol dell’1-1 ha avuto un contraccolpo psicologico importante sui bianconeri, che si sono confermati per l’ennesima volta molto fragili a livello difensivo, oltre che mentale.
I cambi di Motta non convincono, ma decidono nel finale
I cambi effettuato dal tecnico italo-brasiliano della Juventus non sono sembrati incidere più di tanto, ma nei minuti finali, Conceicao si è letteralmente inventato lo spunto dal quale è nato poi il di Mbangula. Con qualche sbavatura, hanno dato segnali importanti Veiga e soprattutto Gatti in difesa. Intraprendente al solito Weah, mentre McKennie è ormai l’elemento insostituibile del centrocampo bianconero. Douglas Luiz mi è parso essere (e non è la prima volta), un elemento in grado di far giocare bene anche quelli che gli stanno attorno, mentre Koopmeiners (si dice che abbia la pubalgia) che giochi dall’inizio o a gara in corso non sembra cambiare molto (brutto errore in retropassaggio nei pressi della propria area).
Kolo Muani meno brillante delle precedenti situazioni, anche perché onestamente quasi mai servito, sull’1-1 lo si sarebbe voluto vedere in coppia con Vlahovic, ma nemmeno il risultato incerto ha convinto Motta a farli giocare assieme. Quando si vince, comunque, tutto è bene quel che finisce bene, ma per dire che la Juventus giocherà gli ottavi di finale di Champions League ci saranno ancora 90 minuti tosti da giocare in casa del PSV.
Prima il derby d’Italia
In mezzo, però, il big match di campionato contro l’Inter, una partita che sulla carta si prepara da sola, ma rappresenta un crocevia importantissimo per la stagione bianconera. Gli ottavi di Champions sono un obiettivo, ma ancora più importante per Madama è giocare la “coppa dalle grandi orecchie” l’anno prossimo. Servirà una prova di forza e maturità, senza se e senza ma.