Partiamo da una premessa fondamentale: quando una squadra vince 3-0 come fatto dall’Inter ieri sera contro il Milan, c’è poco da recriminare, ma dovrebbe essere sempre così, anche quando gli attori in campo sonno diversi. Chiusa parentesi, non si può non constatare che i rossoneri un gol buono lo avessero fatto e che sul 2-1 sarebbe potuta essere un’altra partita. Magari anche più favorevole per l’Inter, poiché la squadra di Pioli si sarebbe catapultata ancora più in avanti alla ricerca del pari con i nerazzurri pronti a colpire con i loro letali contropiedi. La controprova non l’avremo mai e di se e ma sono pieni i fossi.
Ciò che non può passare in cavalleria è però il fatto che ormai la VAR (lo strumento, anche se potremmo aprire una lunga parentesi anche sui VAR, ovvero coloro i quali vengono messi davanti allo schermo) sia totalmente in balìa degli eventi. Non c’è più un protocollo e anche situazioni che ci venivano presentate come oggettive, sono ormai valutate soggettivamente. Il gol annullato a Bennacer ieri sera grida vendetta, poiché ad “impallare” Handanovic sono semmai i suoi compagni. Tanto è vero che l’estremo difensore nerazzurro nemmeno protesti dopo aver subito la rete, anzi tenti di perdere tempo non consegnando il pallone a Giroud che voleva riportarlo rapidamente a centrocampo.
Bennacer e il precedente di Atalanta-Juve
Con l’ausilio della “moviola in campo” l’annullamento di un gol per “fuorigioco attivo” dovrebbe essere una formalità, invece, anche in questo caso ci sono le interpretazioni, che poi possono essere di chi sta in sala VAR o di chi sta in campo. Un delirio, in pratica, che ha portato ieri sera ad annullare il gol di Bennacer, mentre il 13 febbraio scorso una realizzazione identica durante Atalanta-Juventus (rete di Malinovskyi con Koopmeiners ad impallare Szczesny) è stata convalidata. Qual è l’interpretazione corretta della regola, dunque, la prima o la seconda?

È un caos ormai dal quale non si torna più indietro e i vertici arbitrali non stanno contribuendo ad uscire da questa situazione delicata giustificando errori ingiustificabili in situazioni oggettive. La VAR doveva quantomeno risolvere le contese ed azzerare le polemiche per i fuorigioco e le situazioni di dentro-fuori l’area, invece è un continuo interpretare e giustificarsi anche lì. A seconda della decisione di arbitri e “varisti”, si trovano le pezze a colori e una di queste è che “non ci siano immagini chiare per decidere”. Se nemmeno con lo strumento tecnologico si possono dirimere contese oggettive, allora a che serve lo strumento se non ad alimentare un ulteriore grado di polemiche? Gli errori degli arbitri, seppur a fatica, poi devono umanamente essere compresi. Quelli con il supporto tecnologico sono inspiegabili, perché falli come quello di Bastoni su Zakaria sono oggettivamente chiari al video, eppure si è messa la polvere sotto il tappeto con la scusa delle “immagini poco chiare”.
Gli arbitri hanno distrutto il protocollo VAR
Ancora più grave, a mio avviso, il fatto che si fermino per degli errori alcuni arbitri, mentre altri per veri e propri “orrori” siano addirittura graziati. Ci è stato detto dopo Torino-Inter (clamoroso errore nel non dare un rigore per fallo netto di Ranocchia su Belotti) che “un VAR molto forte” come Massa non può essere fermato. Insomma, quelli più bravi sono giustificati a commettere degli strafalcioni di proporzioni bibliche e non saranno fermati, mentre loro colleghi meno “bravi” alla minima distrazione rischiano di restare a casa per settimane? Un discorso assolutamente inaccettabile da parte di un designatore che invece dovrebbe dare segnali di chiarezza, linearità e parità di trattamento nei confronti di tutti i club, ma della sua stessa squadra arbitrale.
Come se ne esce? La ricetta sicura non ce l’ha nessuno, ma io due idee le ho: un protocollo VAR univoco e non interpretabile come esiste da anni ormai in altri sport; la “separazione delle carriere” tra arbitri di campo e “varisti”. Serve una nuova generazione di “moviolisti”, che facciano solo quello, regolamento alla mano. Magari non risolverà tutti i problemi, ma andare avanti così è davvero un pessimo spot per tutto il calcio italiano.