CR7 resta alla Juve ma è un vantaggio? Le spese restano alte e la gestione complicata
Alla fine Mbappè è ancora al Paris Saint Germain e Cristiano Ronaldo rimarrà alla Juve.
O meglio: nessuno in questo mercato ha fatto una offerta irrinunciabile per convincere Cr7 a lasciare Torino e la Juve a interrompere il contratto con il pentapallone d’Oro, che ha 36 anni e che per un anno ancora guadagnerà 31 milioni netti
È andata bene alla Juve? Mah….
Intendiamoci, nessuno può permettersi di discutere la bravura di Cristiano Ronaldo, fuoriclasse assoluto e macchina da gol, e tantomeno voglio farlo io, ma la sua gestione, e questo lo sa bene pure Massimiliano Allegri, diventa ogni anno più complicata.
È la prima cosa che ha detto l’allenatore, tornato alla Juve dopo due anni di pausa: “Sono molto contento di ritrovare Cristiano, che è un giocatore formidabile e un ragazzo intelligente. E mi aspetto da lui un comportamento da uomo maturo: che faccia da esempio per i più giovani e sia pronto a un passo indietro quando necessario”.
In soldoni, bisogna che Ronaldo salti qualche partita, che non faccia storie in caso di sostituzione, che si faccia da parte, ad esempio, sulle punizioni (da destra o da vicino) meno adatte al suo piede.
Se Cristiano capirà e darà una mano, poter contare su i suoi gol non potrà essere che un vantaggio. In serie A, di solito, vince la squadra che subisce meno gol, ma in una stagione bisogna farne tanti (…) e i numeri dicono che nei tre anni italiani di Ronaldo nessuno ha segnato più dei suoi 81 gol in serie A.
Se invece la sua gestione rimarrà complicata, allora i vantaggi si mescoleranno agli ostacoli da superare via via.
“Non si tratta di allenare un fuoriclasse, ma di gestire una multinazionale”, ha spiegato in passato Allegri. Perché il problema non è impiegare o meno un giocatore, ma fare contenti gli sponsor, lucidare un capitale, gratificare un investimento della società. E per quanto i giocatori debbano giustamente partite alla pari ci sono – come direbbe Orwell – giocatori che sono “più uguali degli altri”…
Problemi incontrati da Allegri e poi regolarmente affrontati da Sarri e poi da Pirlo. Per quello che rappresenta Ronaldo a livello finanziario, e anche per come gradisce essere utilizzato in campo.
“Il 433 nella Juve può essere solo asimmetrico”, raccontava Sarri. “Ronaldo preferisce partite da sinistra con un centravanti vicino”, hanno spesso confermato gli altri.
Ed è chiaro che schierare Ronaldo più un centravanti, a volte è costato il posto da titolare per Dybala, inventato trequartista da Allegri o dirottato in panca da chi non è riuscito a ricollocarlo.
Se Ronaldo fosse andato via, Dybala avrebbe avuto di nuovo tutto il suo spazio, così qualcosa ci si dovrà inventare.
Facendo l’appello al posto dell’allenatore della Juve, quest’anno la conta degli attaccanti mette in fila, con Ronaldo, anche Morata, Dybala, Chiesa più una nuova punta (il nome più gettonato quello del brasiliano Kaio Jorge).
Si, anche Chiesa, che Allegri vede molto più come ala da sfondamento che come tornante da 442. Sulle fasce, pronti a coprire e a chiudere anche in mezzo, ci saranno Cuadrado e Bernardeschi, e al limite scivolerà a sinistra Rabiot. Chiesa, con quella energia sprigionata anche nell’Europeo, alla maniera di Ronaldo, partirà’ magari da una fascia per arrivare al centro e cercare la porta.
Ma è chiaro che, tutti insieme, questi quattro (lasciano stare il possibile nuovo arrivo), non giocheranno mai.
Ultima considerazione, quella di carattere economico.
Avere Ronaldo in formazione è, e resta, FANTASTICO. Nessuno allenatore lo toglierebbe dal suo 11 ideale, avendolo a disposizione. Ma costa tanto: alla Juve ancora 31 milioni netti per una stagione, che con le tasse diventano più o meno il doppio. E nel post covid, quando i soldi non girano e tutte le squadre fanno fatica a rafforzarsi, non avere questo macigno sul rosso del bilancio avrebbe permesso tutta un’altra solidità in sede di mercato.
Ronaldo è rimasto alla Juve, evviva! Ma era proprio questo l’obiettivo?