Con l’eliminazione del Manchester United dalla Champions League per mano dell’Atletico Madrid si chiude sostanzialmente un’era. La potremmo definire “La caduta degli Dei”, con una citazione celebre, poiché sia Cristiano Ronaldo, sia Lionel Messi, salutano molto presto la competizione europea più prestigiosa. Prima il Paris Saint Germain è stato eliminato dal Real Madrid, poi i Red Devils dai Colchoneros: in entrambi i casi si è trattato di risultati a sorpresa per come si erano concluse le gare di andata. Il PSG aveva battuto, dominandolo, il Real in casa per 1-0; lo United aveva ottenuto un ottimo pareggio in trasferta al Wanda Metropolitano con la possibilità di giocarsi la qualificazione tra le mura amiche. Invece… beffa per entrambe con la chiusura del cerchio per i due campioni che hanno praticamente dominato un’era calcistica.
Messi-Ronaldo: il declino europeo iniziato nel 2019
Il declino è scandito inesorabilmente dallo score dei due recordman negli ultimi anni della “coppa dalle grandi orecchie: nel 2019, Messi eliminato in semifinale (Barcellona) e Ronaldo fuori ai quarti. Nel 2020, il cammino dell’argentino, ancora con i blaugrana, si è fermato ai quarti, mentre quello del CR7 bianconero addirittura agli ottavi. Esattamente come nel 2021, quando la Juve ha salutato la competizione contro il Porto, ma anche l’ultimo Barcellona di Messi non è riuscito ad andare oltre il primo turno ad eliminazione diretta. Quest’anno, il cambio di casacca per entrambi, senza però che cambiasse il finale: Messi e Ronaldo non saranno i protagonisti della fase finale della Champions League.
Un risultato che la dice lunga anche sulle scelte fatte rispettivamente dall’argentino e dal portoghese in estate. Il primo, 34 anni, ha lasciato il Barcellona dopo una vita per farsi ricoprire d’oro da un Paris Saint Germain che è da tempo più un album delle figurine che una squadra di calcio. Tra problemi fisici e ambientamento, fin qui la Pulce ha messo insieme solo 7 gol in 26 presenze con la maglia dei transalpini. Lo score peggiore in assoluto della sua carriera e con una stagione che si concluderà con ogni probabilità con la magra consolazione del titolo di Ligue 1.
Rischia fortemente di concludersi con zero titoli, invece, la stagione del 37enne CR7, che ha letteralmente scavato buche con i piedi per andare via dalla Juventus e ritrovarsi in un Manchester United che dall’addio di Sir Alex Ferguson è stato ogni anno né carne né pesce, nonostante i tanti allenatori passati dall’Old Trafford e le cifre faraoniche spese ogni anno. Il suo score personale è sicuramente migliore dell’argentino viste le 18 reti in 33 presenze con la maglia dei Red Devils, ma è fin troppo evidente che il finale di carriera per il portoghese si avvia ad essere avaro di soddisfazioni di club.
Gli eredi di CR7 e della Pulce
Entrambi hanno peccato probabilmente di presunzione la scorsa estate, perché il tempo passa per tutti e prima o poi bisogna fare i conti con la carta d’identità. Ci chiude un’era, dicevo, quella di due giocatori stratosferici che si sono divisi qualcosa come 12 palloni d’oro (7 l’argentino e 5 il lusitano) e 9 Champions League (5 Ronaldo e 4 Messi). I loro nomi sono stati accostati per anni ai più grandi della storia, ovvero a Pelé e Maradona, campioni assoluti che però hanno calcato i campi quando il calcio era un altro gioco. Impossibile fare paragoni, ma di sicuro CR7 e la Pulce saranno tra i top della storia. Mbappé e Haaland sembrano gli eredi designati a raccoglierne l’eredità (attenzione però anche a Vlahovic), ma saranno all’altezza sul lungo periodo?