Dopo quattro turni di digiuno, la Juventus torna alla vittoria battendo il Frosinone in casa all’Allianz Stadium per 3-2. Terzo successo su tre gare ufficiali in questa stagione per Massimiliano Allegri contro Eusebio Di Francesco, che ha rimediato dalla Vecchia Signora un totale di 9 reti, una media di 3 a partite. Per il tecnico livornese, inoltre, arriva anche il record di 1.002 punti in Serie A, ottenuti a fronte di 301 vittorie, 99 pareggi e 96 sconfitte. L’allenatore della Juve, insomma, continua a mietere record che lo posizioneranno per sempre nella leggenda di questo sport a livello nazionale e anche in termini di primati bianconeri, ma la proposta di gioco continua a non convincere.
Rugani segna ma poi “preoccupa” i tifosi Juve
Sul giudizio di questa gara pende inevitabilmente anche il pregresso delle ultime settimane, con la Juventus che è tornata la squadra fragile e in balìa degli eventi delle due passate stagioni. La cosa positiva della gara di ieri, la prima di un ciclo davvero tosto, è la conquista dei 3 punti, fondamentali per difendere il secondo posto in graduatoria, e anche per ritrovare un po’ di serenità. Anche se le parole di Daniele Rugani, autore del gol del match, davanti alle telecamere delle pay TV la dice lunga sulla forza “mentale” di questo gruppo.
Pur senza Alex Sandro, accusato di essere la causa di tutti i mali pur avendo giocato pochissime partite in stagione, la difesa della Juventus è diventata un colabrodo. Il Frosinone ha fatto indubbiamente poco allo Stadium, eppure con solo 3 azioni da rete create, è andato a segno 2 volte, infilandosi tra le maglie della Vecchia Signora come una lama nel burro. E dire che la Juve era partita bene portandosi anche in vantaggio dopo nemmeno 3 minuti con Vlahovic.
Che fine ha fatto il vero Chiesa?
Il croato è stato il vero e proprio trascinatore dei suoi, con una doppietta che gli ha consentito di raggiungere quota 15 reti in stagione, uno ogni 108 minuti giocati, quasi un gol a partita, insomma. Purtroppo, Dusan non è stato supportato dall’altro ex viola, ovvero un Federico Chiesa letteralmente involuto e rabbuiato. Difficile dire dove finisca il suo stato di forma precario e inizi lo scoramento, ma sta di fatto che in questo modo Chicco non può aiutare la Signora. Giustamente sostituito, Chiesa ha lasciato il posto ad un Yildiz non proprio incisivo, ma comunque più propositivo e pericoloso nei confronti della molle difesa ciociara.
Il secondo tempo si è vista sicuramente una Juventus migliore, per nulla in pericolo e anche in grado di creare diverse occasioni da gol, ma gli errori tecnici e le scelte sbagliate sono state per l’ennesima volta tante. E così che si è arrivati all’ultimo istante del recupero con un gol fortunoso messo a segno sugli sviluppi di un angolo. A complicare le cose per il tour de force dei prossimi giorni gli infortuni di Rabiot (scontro col compagno Bremer) e McKennie. Allegri sarà costretto a rivoluzionare il centrocampo in vista della trasferta di Napoli, dove dovrebbe avere una chance dal 1’ Alcaraz, subentrato col Frosinone e apparso molto vispo, seppur acerbo e propenso anch’egli all’errore tecnico.
Il nuovo? Solo a fine stagione
Insomma, è una Juve che rimane convalescente e che sembra aver perso tutte quelle certezze che l’avevano portata a quella cavalcata pre-Empoli e che l’aveva tenuta addirittura in gioco per lo scudetto. Allontanatosi il sogno, qualcosa si è rotto e non essendoci grande esperienza internazionale nello spogliatoio, il contraccolpo psicologico si è fatto sentire. Si può sopperire in parte con una ventata di novità, magari una nuova proposta di gioco. Ma per questo si dovrà attendere eventualmente la fine della stagione.