Da uno a quattro, da quattro probabilmente a oltre 50 coinvolti. Le scommesse rischiano di travolgere il calcio internazionale, in primis la Serie A. Attenzione, si tratta di scommesse e non calcioscommesse, poi non sono in ballo presunte o vere combine di partite. In realtà nel calderone sta finendo un po’ di tutto, perché ad oggi non sappiamo con precisione di cosa si sta parlando. Bisogna distinguere infatti tra puntate su piattaforme legali (i cosiddetti .it) e su quelle illegali (.com), su altri sport e altri giochi o sul calcio. Fare di tutta l’erba un fascio, non è mai una buona pratica, anche perché si tratta di situazioni delicate. Allo stesso tempo, bisogna andare cauti nel parlare di ludopatia, una dipendenza che va trattata in maniera seria e con cognizione di causa.
Scommesse: bisogna andarci coi piedi di piombo
La leggerezza con cui si stanno trattando in queste ore certi temi e soprattutto come un’inchiesta in corso da tempo stia diventando di dominio pubblico, è a dir poco discutibile. La polizia è stata addirittura costretta ad accelerare certi provvedimenti, poiché alcuni tesserati sono stati tirati in ballo da fughe di notizie delle quali, come al solito nessuno darà conto. Un’altra cosa che fa specie, inoltre, è il puntare il dito contro un mondo in generale, quello del betting, che fa parte ormai della nostra quotidianità, ma anche di quella del calcio.
I provider di giochi e scommesse, del resto, sponsorizzano sport e calcio ormai da tempo e assolutamente nella totale legalità. Squadre di calcio, trasmissioni sportive, quotidiani, magazine online… Non capisco perché ora si debba fare tutti i bacchettoni. Lo stesso presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, sull’argomento interveniva così a marzo del 2022: “Il mondo delle scommesse pesa tantissimo sul sistema Paese. Cosa si può fare per il calcio? Basta togliere un po’ di ipocrisia e capire qual è la realtà del mondo del betting, che produce 16 miliardi”. Effettivamente c’è tanta ipocrisia in questi giorni e questo non potrà fare altro che peggiorare l’immagine e il prestigio del prodotto calcio italiano, che già non se la passa benissimo.
Come ne esce il calcio italiano?
Il 16 ottobre si dovrebbe chiudere definitivamente la questione relativa ai diritti televisivi del prossimo quinquennio e già si parla di un forte ribasso rispetto al precedente accordo. Cosa succederà al tavolo delle trattative dopo l’ennesima pagina giudiziaria che rischia di travolgere una delle principali industrie d’Italia? Lo scorso anno si è condizionato un campionato con sentenze e penalizzazioni a stagione in corso, con punti tolti, poi ridati e infine nuovamente sottratti alla Juventus. In attesa che la giustizia ordinaria faccia il suo lungo corso, come si muoverà ora la giustizia sportiva?
Posto che dovrà essere più veloce, dovrebbero presto arrivare i deferimenti della Procura Federale per chi come Fagioli si è autodenunciato alle autorità sportive, ma anche per gli altri che non hanno mai fatto ammissioni prima di essere raggiunti dalla polizia. E se nel frattempo l’inchiesta si dovesse allargare a decine e decine di tesserati, con molteplici squadre coinvolte e ciascuna con più calciatori, che ne sarà del campionato italiano? Le squadre saranno falcidiate dalle squalifiche, oppure ci sarà un’amnistia che con un colpo di spugna manterrà in piedi la stagione chiudendo la questione con ammende per tutti?