Quella rimediata al Maradona per 2-1 è una sconfitta che fa molto male alla Juventus di Massimiliano Allegri. I bianconeri hanno ceduto ad un Napoli lontano parente della squadra schiacciasassi dell’anno scorso e che nonostante la cura Calzona, continua a concedere tantissimo agli attacchi avversari. Continua però a concedere tanto anche la difesa della Vecchia Signora, che negli ultimi turni viaggia a una media di due gol a partita. I bianconeri continuano a mantenere un vantaggio importante nei confronti della quinta in classifica, ma la qualificazione alla prossima Champions League, obiettivo dichiarato da parte della proprietà, del ds Giuntoli e dell’allenatore, è tutt’altro che acquisita.
Vlahovic: torna l’ammonizione di squadra
Soprattutto perché nelle prossime settimane la Signora sarà chiamata a un tour de force che partirà dal match interno contro l’Atalanta, da giocare ancora senza ilo centrocampo titolare e ora anche senza Dusan Vlahovic, ammonito in maniera bizzarra, come da spiegazione dell’arbitro, per cumulo di falli con i suoi compagni. Il serbo era diffidato e di conseguenza dovrà fermarsi per un turno. Pazienza, perché questa Juve è ormai abituata all’emergenza perenne, senza Pogba e Fagioli praticamente da inizio stagione, e al Maradona priva anche di De Sciglio, Kean, McKennie, Rabiot, mentre Danilo e Gatti sono stati costretti alla panchina perché a mezzo servizio.
Napoli-Juve: la Signora spreca troppo
Nonostante ciò, la Juventus ha creato diverse occasioni nitide da gol, alcune delle quali era oggettivamente più difficile sbagliarle che concretizzarle. Si parte dalle tre di Vlahovic, passando per quella di Iling solo nel primo tempo; e ancora quelle clamorose capitate a Cambiaso e Rugani nella ripresa. Alla fine sono decisivi per la sconfitta un errore collettivo della difesa nel primo tempo e un’ingenuità del ragazzino Nonge (subentrato e poi sostituito prima del recupero finale), che ha causato il rigore su Osimhen. Fa arrabbiare i supporters bianconeri anche la gestione della respinta di Szczesny sul penalty azzurro: sono ben tre i calciatori dei campani che arrivano prima degli juventini sul pallone, quasi che nessun compagno del portiere polacco credesse nella sua parata.
Paradossalmente, quella che esce sconfitta dal Maradona è una delle migliori Juve degli ultimi tempi. Tutte le occasioni nitide create in questa partita non si vedevano da molto tempo, ma i gol bisogna farli perché il calcio non è democratico e ti punisce al primo errore. Usando un’espressione molto comune, la squadra di Allegri è uscita dal campo “a testa alta”, ma dalle parti di Torino questa cosa non esiste e non esisterà mai. “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, ribadisce a fine partita Dusan Vlahovic e questo motto non può di certo andare d’accordo con la prestazione senza risultato.
Il nodo allenatore
Inoltre, alla partita la Juventus era arrivata non di certo con serenità, con le voci relative al futuro del’allenatore rese piccanti dall’uscita del suo procuratore Branchini. Per contraltare, si registra un bel gesto di Chiesa nei confronti di Allegri con una sorta di dedica dopo il gol, oltre che le parole dello stesso Vlahovic, che lo ha incoronato quale artefice della crescita soprattutto dei tanti giovani in rosa.