In Serie A vince l’equlibrio
Quest’anno decisivi
saranno i dettagli
Alzi la mano chi ha certezze. In tre lottano per lo scudetto. Per il quarto posto, sembra possa esserci un duello, ma dietro ci sono ancora squadre ambiziose, senza che nessuna sappia prendere il sopravvento. Equilibrio, ma con la E maiuscola.
Nell’ultima giornata di campionato, non ha vinto nessuna delle prime sei della classifica. E tra le prime dieci, solo la Fiorentina ha fatto il pieno (con un gol annullato all’Atalanta che fa ancora discutere). Non era mai successo quest’anno. E per ritrovare una condizione simile bisogna tornare al 2017-2018, dove vinse solo una delle prima dieci, guarda casa la Juve pigliatutto…
Ora la squadra pigliatutto proprio non c’è. Anzi, non si capisce chi, alla fine chi riuscirà a mettersi in tasca qualcosa, tra Italia ed Europa.
Un po’ è giustificabile, per la naturale stanchezza che riguarda le squadre che hanno corso fino tanto adesso, e che in questo momento devono farlo col doppio impegno. In più, bisogna calcolare che questo è il periodo di massimo sforzo per le squadre che inseguono la salvezza e che in qualche modo provano a riabilitare una classifica scadente. Ma allo stesso modo e’ vero che in questa stagione sembra mancare una vera squadra leader.
Proviamo a dare uno squardo qua e là.
La Juve, ad esempio, ha aggiunto un top attaccante (mamma mia che gol Vlahovic in Europa…). Sembra una squadra più competitiva. Eppure in Champions League, sebbene sia andata subito in vantaggio a Vilarreal, nell’andata degli ottavi, dopo appena 30 secondi, alla poi lasciato campo agli spagnoli, scegliendo di fare un partita totalmente difensiva. Solidità o debolezza? Il dubbio rimane.
Oppure l’Inter: fino al derby – perso in maniera rocambolesca – pochi avevano il dubbio che fosse la squadra da battere. Ma dopo quello stop, improvviso e in parte in parte casuale (fino ad allora aveva perso solo in casa della Lazio) a Simone Inzaghi si è incastrato il freno mano: non ha più vinto, ha cominciato a soffrire, e ha mostrato qualche punto debole:
- Lautaro non segna più (da 7 partite per la precisione) e senza Lukaku pare uno piantato in asso dall’innamorata… E’ triste, nessuno lo compiace come sapeva fare Lukaku, e Dzeko, raffinato centravanti agée, ama girare al largo dell’area di rigore, non crea spazio e non regala assist. In una frase: la coppia non funziona.
- La squadra non ha un’alternativa a Brozovic. Soffre anche quando viene sostituito durante i 90 minuti. Figuriamoci quando deve dare forfait. Alla prima squalifica, ha subito perso nettamente, scoprendo la regia e rinunciando alle incursioni di Barella… un grave buco nella rosa
Il Napoli le ha prese dal Barcellona, ma in serie A funziona. La rosa non ha buchi. Anzi, ha le migliori seconde linee del campionato; ogni ruolo ha due o tre titolari di qualità. Tanto da essere rimasta in corsa a dispetto di una moltiplicazione di assenze. Ovvio che aver perso CONTEMPORANEAMENTE, tutti gli uomini della spina dorsale della squadra – non solo gli africani partiti per il mese di coppa, ma anche l’attaccante top che si è rotto e che comunque sarebbe andato anche lui – ha fatto rallentare la squadra e l’ha comunque costretta a spremersi per non perdere terreno. Con l’aggravante di aver dovuto fronteggiare il preannunciato addio di capitan Insigne, che a fine stagione si trasferirà in Canada. Una serie di stress che hanno logorato fisicamente la squadra, apparsa piuttosto stanca a Cagliari, dove solo il coraggio di Osimhen, entrato nel finale per infilare la testa mascherata in un duello aereo, ha permesso di strappare un punto.
Il Milan stupisce, per come si tira fuori dai momenti di grande difficoltà. Al 70 minuto del derby sembrava aver perso nettamente la sfida con l’Inter e il campionato. Prima di rimettere in piedi la stagione in 7 minuti, quelli della gloria dell’attaccante che aveva utilizzato meno. Ma poi Giroud, rimasto titolare per il lungo infortunio di Ibra, ha continuato a battersi ma è tornato in letargo a livello realizzativo, e la squadra – con Kessie in scadenza di contratto passato da motore del centrocampo, a giocatore alternativo – ha perso il vigore che le ha permesso di mostrare una coesione unica e di portarsi davanti a tutti. E contro la Salernitana ultima in classifica, non solo non ha chiuso una partita sbloccata velocemente, ma ha dovuto pure rincorrere e ottenere un pari grazie a un tiro da lontano, e nemmeno irresistibile, di Ante Rebic.
Sofferenza, ma assieme a un dato interessante, però. Il croato è tornato al gol dopo 5 mesi esatti (l’ultima volta aveva segnato alla Juve il 19 settembre scorso). Ed essendo – lo dicono i suoi numeri – un attaccante che si esalta a primavera (2019/20 un gol nel girone di andata e 11 al ritorno; 2020/21: 0 andata e 10 ritorno), potrebbe davvero aggiungere spessore a una squadra costretta a fare a meno di Zlatan e dipendente dall’uragano Leao, forte veloce e tecnico ma spesso innamorato della propria immagine.
Infine l’Atalanta. All’improvviso ha perso tutte le garanzie con cui ci aveva fatto innamorare. E dopo sei vittorie consecutive in campionato, è crollata nelle successive 8, battendo solo l’Udinese falcidiata dai contagi (6-2) e ottenendo 4 punti in tutto, nelle restanti 7 partite (4 pareggi e 3 sconfitte). A tal punto di doversi guardare dalla rimonta della Juve, per conservare la qualificazione alla prossima Champions League. I principi di gioco sono gli stessi, intendiamoci: intensità, pressing e cattiveria. Ma all’improvviso manca la qualità, e si capisce il perché: se all’improvviso bisogna fare a meno di Ilicic, Zapata, Muriel e addirittura di Miranchuk possibile sostituto, e cioè di TUTTI i giocatori capaci di saltare l’uomo e di produrre la superiorità numerica, allora chiaro che fare gol diventa improvvisamente più complicato…
Insomma, equilibrio fantastico e tante squadre attrezzate. Ognuno di noi può avere la propria opinione su chi sia la più forte: differenze ce ne sono. Ma non ci sono dubbi, che stavolta saranno i dettagli a fare la differenza. E che ci divertiremo fino all’ultimo respiro di questo campionato
Stefano De Grandis – 2°DEG