In regime di austerity, in serie A volano le squadre che hanno fatto un mercato intelligente. Il Napoli con il colpo Anguissa, l’Inter ripianando i conti, il Milan dicendo no a stipendi inaccettabili. Solo la Juve peggiorata, dopo l’addio a Ronaldo.
Non servono soldi. A volte bastano buone idee. Il Napoli è diventato la squadra da battere, o perlomeno quella partita meglio di tutti, inserendo un solo tassello, Zambo Anguissa. E pagando 400mila euro per il suo prestito oneroso: praticamente nulla, considerati i prezzi che girano attorno al calcio.
Ora il Napoli è in testa al campionato di serie A, a punteggio pieno, nella stagione in cui, in pratica, non ha fatto mercato.
Ha cambiato allenatore, certo, e l’arrivo di Spalletti si sta rivelando una scelta perfetta. Ma la situazione finanziaria ed effetti Covid, avevano convinto il presidente De Laurentiis a non spendere nulla, con la tentazione, al contrario, di cedere qualche pezzo importante.
Spalletti ha subito arginato, con successo, la voglia di mettere esclusivamente a posto il bilancio, lasciando andare Koulibaly e magari Insigne. Ma il vero colpo che non ti aspetti lo ha messo a segno la società. Dopo l’infortunio alla vigilia del campionato di Demme, il regista, l’uomo d’ordine della squadra, il ds Cristiano Giuntoli si è messo al lavoro e ha portato a casa, con pochi spiccioli, in prestito dal Fuhlam, il camerunese Anguissa, bruciando sul tempo sia Roma che Atalanta. 400 mila euro subito e 15 milioni per riscattarlo tra una stagione, quando, se le cose andranno bene, si potra’ utilizzare, ad esempio, il premio qualificazione alla prossima Champions.
Contano le buone idee. Quelle che pesano, come gli 83 chili in 184 centimetri calati nell’agile ed estroso centrocampo el Napoli, fino a ieri un po’ troppo leggero per reggere fino in fondo l’urto della concorrenza. Ecco, Zambo Aguissa, 31 presenze e 4 gol nella nazionale del Camerun, è la zavorra del centrocampo del Napoli. Nel senso che lo tiene ancorato a terra. Non gli permette di volare via, sulle ali del proprio estro, e in seguito all’impatto fisico con gli avversari.
Una presenza molto fisica per contrastare a centrocampo. Ma senza togliere tecnica, visto che pur piazzandosi davanti alla difesa, Zambo ha spunto, serve assist, e riesce anche ad arrivare alla conclusione. Potente ed efficace.
Proprio in questi giorni, intervenendo a Sky, Fabio Cannavaro ha spiegato l’importanza di avere una sentinella grande e grossa per fare da argine, per frenare gli avversari prima che si avvicinino all’area di rigore. E guarda caso, il Napoli ha subito solo 2 gol nelle prime 6 partite. In un campionato dove, di solito, vince la squadra con la miglior difesa.
Intendiamoci, non si può comprare solo a saldo, e il Napoli solo una stagione fa ha speso 80 milioni per Victor Osimhen, uno dei candidati a diventare capocannoniere. Quindi la squadra era forte anche prima dell’arrivo di Anguissa. Che però l’ha completata in regime di austerity. Perché le idee possono aiutare, quando la casse cominciano a svuotarsi.
Prendiamo l’Inter, ad esempio. Questa estate doveva soprattutto ripianare il buco finanziario. E quindi ha impostato una campagna cessioni. Che Conte non ha gradito, facendosi da parte. Situazione complicatissima, che la società ha affrontato in modo geniale. Per prima cosa ha individuato l’allenatore migliore possibile per portare avanti il lavoro di Conte: stessi principi, e stesso sistema di gioco. Poi, strategia per sistemare il bilancio: via due soli giocatori, anche se i più forti – Lukaku e Hakimi – ma con l’ingresso di tanti soldi così da coprire il buco e riuscire comunque a ricomprare. E il trio di acquisti Dzeko, Correa, Dumfries, al netto delle differenze, sta funzionando.
Non so se l’Inter vincerà nuovamente lo scudetto, ma intanto è in corsa. Dopo aver rimesso i conto in ordine e con un allenatore che guadagna un quarto di Conte. Lavoro meraviglioso.
Anche il Milan ha badato a spese, si potrebbe dire. Ha lasciato andare i giocatori a scadenza, pure se campioni, per non compromettere la salute del club con stipendi inaccettabili. Persi senza alcuna entrata Cahlanoglu e soprattutto Donnarumma, eppure…
Eppure il portiere nuovo arrivato Maignan non ha ancora sbagliato una partita, mentre vincente è stata la mossa di non comprare una alternativa a Cahlanoglu, scegliendo di dare spazio a Brahim Diaz, classe 99, titolare dopo una stagione a mezzo servizio. Brahim Diaz ha ringraziato segnando 3 gol in 6 partite di campionato, più 1 in 2 partite di Champions. Aiutando il Milan e accrescendo il proprio valore di mercato.
La Lazio non aveva rosso in bilancio, ma per il fair play finanziario doveva fare entrare contante prima di poter spendere. Allora ha deciso di sacrificare Correa, con il cui ricavato ha potuto vestire di biancoceleste Felipe Anderson, Hysaj, Basic e Zaccagni, mettendo nel salvadanaio pure i soldi per la merenda. Una manovra talmente vantaggiosa da poter essere fotografata attraverso il costo di due soli giocatori: Correa ceduto per 35 milioni, Felipe Anderson acquisito in cambio di 3. A conti fatti, nella Lazio, hanno prodotto una resa simile: fantasia alle spalle di Immobile, Correa da trequartista centrale, Felipe sulla fascia destra. Talento e discontinuità, se vogliamo, ma quello che porta più bonus, vedi derby appena deciso personalmente, è certamente il brasiliano.
Solo la Juve, tirando la linea alla fine del conto della massaia, non ha tratto alcun beneficio dalla rinuncia a Re Cristiano, a parte il fortissimo risparmio gestionale. Senza di lui, non sono decollati gli attaccanti che ora hanno più spazio, non è stato adeguatamente rinforzato il centrocampo, e non c’è più l’uomo che ti fa vincere le partite anche quando giochi male. La classifica in serie A, è la peggiore della Juve degli ultimi sei anni e anche un mago come Allegri continua a rovistare il suo cilindro, ma di conigli nemmeno l’ombra…
Però attenzione: la regola non dice che risparmiando, automaticamente si migliora oltre che l’azienda, anche la propria squadra. Ma se alla gestione oculata aggiungi le idee, allora, forse, la miscela può funzionare.
Stefano De Grandis 2° DEG