In un momento particolarmente difficile per il calcio italiano, la Lega Serie A si è riunita a Milano per discutere di progetti di riforma e piani per il rilancio del settore. Il risultato è un documento di proposte che affronta dieci grandi temi, ma non presenta alcuna novità radicale.
Serie A tra inchiesta Prisma e decreto salva-calcio
Questo nonostante stia proseguendo l’inchiesta Prisma sui bilanci della Juventus, che proietta pesanti ombre sulla gestione finanziaria di uno dei principali club di serie A, suscitando il sospetto, rilanciato anche dal ministro dello Sport Andrea Abodi, che possa essere solo il primo di una serie di casi.
Ma proprio dal governo arriva anche la notizia del recupero in extremis del cosiddetto “decreto salva-calcio”, il provvedimento che permetterebbe alle società di spalmare il pagamento delle tasse arretrate su 5 anni, con una mora del 3%. Scomparsa nei giorni scorsi dagli emendamenti al DL Aiuti quater, la norma dovrebbe rientrare nella prossima legge di bilancio, estensa a tutte le imprese che hanno usufruito della sospensione del versamento delle imposte dal 1 gennaio al 30 ottobre 2022.
Una vittoria cruciale per i presidenti di serie A e soprattutto per Claudio Lotito, grande promotore della proposta.
Le proposte di riforma della Lega
In questo scenario si inseriscono le parole del presidente della Lega, Lorenzo Casini, che nel presentare il documento programmatico ha indicato come priorità del calcio italiano le “nuove infrastrutture” e “una maggiore sostenibilità economico-finanziaria”. Insieme a proposte su mutualità economica, governance, valorizzazione dei giovani e calcio femminile, è arrivato anche l’annuncio del nuovo bando sui diritti radio-tv, oltre a novità sugli ordinamenti del campionato e sulle regole di gioco.
Bocciate le idee di ridurre il numero di squadre presenti in serie A (anche se si chiede una diminuzione delle squadre professionistiche dalle 100 attuali) e di prevedere playoff e playout nel massimo campionato. Potrebbe invece cambiare il formato di Coppa Italia e Supercoppa, con quest’ultima che passerebbe alla modalità Final Four.
Confermata l’introduzione del fuorigioco semiautomatico, che dovrebbe diventare operativo entro l’inizio del girone di ritorno, è stata avanzata la richiesta di valutare il VAR a chiamata, una sorta di “challenge” utilizzabile una o due volte a partita da ciascuna squadra, e di rendere pubbliche le comunicazioni tra arbitri e VAR. Niente tempo effettivo, a cui si è preferita la proposta di uniformare i criteri per la definizione dei recuperi.
Nel mirino, infine, gli impegni con le nazionali, che si vorrebbero ridurre.