L’Italia di Luciano Spalletti vola ad Euro 2024 ed evita gli spareggi ed è un risultato importantissimo per il movimento calcistico nostrano. Ora, però, non si devono commettere gli errori del passato e pensare, come già sento dire da qualcuno, che Luciano Spalletti in poco tempo abbia rimesso tutte le cose a posto. Non è così e convincersene fa solo male all’Italia, alla nazionale e al nostro calcio in generale. Importantissimo intanto qualificarsi, soprattutto perché non aver partecipato alle ultime due edizioni dei campionati Mondiali è stato un flop di proporzioni bibliche e stranamente nel secondo caso a pagare non è stato nessuno.
Ad Euro 2024 con uno 0-0 e brividi finali
Contro l’Ucraina gli azzurri avevano a disposizione due risultati su tre e alla fine la qualificazione alla rassegna continentale, alla quale ci presenteremo da campioni in carica, è arrivata con il minimo sindacale, ovvero uno 0-0. Che però merita di essere approfondito. Contro un avversario di caratura nettamente superiore alla Macedonia del Nord, l’Italia si è resa protagonista di una prestazione volitiva, ma a mio avviso abbastanza confusionaria. Il dominio del possesso è stato indubbiamente dalla parte degli uomini di Spalletti, che però sono parsi poco lucidi negli ultimi metri. Pur non controllando il possesso, gli ucraini sono andati vicini al gol e soprattutto negli ultimi minuti di gara hanno messo in apprensione il ct azzurro.
Tanto è vero che nel recupero l’ex tecnico del Napoli campione d’Italia non si è fatto scrupoli nel sostituire Politano, subentrato da circa 20 minuti a Zaniolo, con Darmian per passare dal 4-3-3 al 5-3-2. Una mossa che non è però bastata ad allentare la pressione, poiché gli ucraini sono entrati in area ugualmente solo il mancato intervento di arbitro e VAR ha evitato la concessione di un calcio di rigore che, se trasformato, avrebbe rimandato l’Italia verso l’incubo degli spareggi.
Cristante-Mudryk: era rigore
Sull’episodio esperti, osservatori e quotidiani oggi si dividono, ma dopo aver visto e rivisto l’episodio più volte e da diverse angolazioni, continuo a non avere dubbi. In epoca VAR questi calci di rigore generalmente li danno. Sebbene Mudryk accentui indubbiamente la caduta, il contatto con Cristante c’è ed è anche imprudente. Ci è andata bene, insomma, ma come altre volte ci è andata male, perché rimango dell’idea che nel lungo termine gli errori si possano compensare. Quello che non va bene è ora orientare la narrazione per esaltare quello che non c’è. Sapevo che per Spalletti sarebbe stato un lavoro duro e il campo lo ha confermato. L’Italia non è guarita, ha delle evidenti lacune in alcuni ruoli (in primis quello del centravanti) e ha pochi campioni.
La stella in questo momento è Federico Chiesa, l’unico in grado da solo di dare strappi alla partita con le sue qualità e la sua velocità. Ieri sera Chicco ha fatto praticamente il quinto di fascia sinistra, sacrificandosi tanto anche in fase difensiva, ma al contempo fornendo due servizi per i compagni importanti e mettendo Frattesi a tu per tu con il portiere avversario. Meno lucido, ovviamente, negli ultimi metri il bianconero, dovendo coprire una porzione di campo superiore rispetto al solito. Per il resto, la nazionale italiana è composta da tanti bravi calciatori (Zaniolo non si è più evoluto, Raspadori sembra aver raggiunto il suo massimo), ragazzi d’oro che sono totalmente dediti alla causa, ma di top player non c’è l’ombra.
Serve un’impresa, come nel 2021
Quali sono dunque le prospettive di questo gruppo agli Europei? Se si incastreranno gli astri e tutte le altre condizioni, si può sperare in un exploit estemporaneo come quello visto nel 2021 sotto la guida di Roberto Mancini, altrimenti ci sono indubbiamente diverse altre nazionali più attrezzate della nostra. In bocca al lupo, dunque, a Luciano Spalletti e all’Italia, che ora andrà in naftalina per quattro mesi lasciando il campo ai club.