Ricordate l’iniziativa “Stadium vuoto” lanciato nel recente passato da alcuni tifosi della Juventus sui social network? Purtroppo si è avverata. L’idea era nata sostanzialmente dalla volontà di cambiare la guida tecnica (che assolutamente andava cambiata e aveva fatto il suo tempo), ma non aveva mai trovato riscontri. Nemmeno nel girone di ritorno della passata Serie A, quando la squadra allenata da Massimiliano Allegri ha ottenuto indubbiamente risultati ben al di sotto delle attese e con una proposta di gioco tutt’altro che esaltante. Si è invece tramutata in realtà al 70’ circa di Juve-Atalanta, quando lo Stadium ha cominciato a svuotarsi in protesta con la prestazione indecente e i gol subiti da Manuel Locatelli e soci (peggiore sconfitta interna degli ultimi 58 anni, peggiore sconfitta da quando esiste l’Allianz Stadium).
L’Atalanta risorge, la Juve si sfalda
E dire che allo scontro valevole per il 3° posto ci arrivavano meglio i torinesi. Cinque vittorie di fila messe assieme, la possibilità di poter ancora lottare per lo scudetto visto che la prima in classifica ha 14 punti in meno rispetto a un anno fa, e il ritrovato entusiasmo non sono bastati al cospetto di un’Atalanta che sembrava tirare il fiato. Fuori dalla Champions League contro il Bruges, reduce dal pareggio interno contro il Venezia, la squadra di Gasperini poteva subire il colpo di grazia, invece ha dimostrato di essere molto più matura e pronta di questa Juventus.
La gioventù non è la scusante per tutto
Gioventù, su cui è tornato diverse volte nelle interviste post partita Thiago Motta non possono essere l’unica giustificazione. Ora che non ha altri impegni avendo fallito gli altri 3 obiettivi stagionali (Supercoppa, Coppa Italia e superamento del turno in Champions League), con una settimana a disposizione per preparare le partite, onestamente ci si attendeva di più dalla Vecchia Signora. Invece, questa squadra non è mai migliorata nel collettivo e nei singoli: l’obiettivo dichiarato era quello di arrivare al successo in un modo diverso, dominando le partite. Bene, al momento il target è molto lontano ed è rimasto solo il quarto posto per salvare quantomeno il salvabile.
Non c’è stata nessuna evoluzione da parte dei giocatori, che sono sempre i primi responsabili ricordiamolo, ma oggi in generale il piatto piange. In campo si vede una squadra ansiosa, confusa, che corre tanto e a casaccio, ma alla prima difficoltà si scioglie come neve al sole. Nonostante la seconda miglior difesa del campionato, la Juventus non dà mai l’impressione di essere ermetica, anzi lascia spesso delle vere e proprie praterie agli avversari. Non è un caso che contro l’Atalanta il migliore in campo sia stato il portiere Di Gregorio. A ciò si aggiunga una fase offensiva che a parte qualche eccezione è spesso al limite dell’inesistenza. Lo conferma il fatto che Kolo Muani, arrivato come il salvatore della patria ha impiegato poche settimane per adeguarsi alla mediocrità generale (non segna da circa un mese).
Motta l’uomo giusto al posto sbagliato nel momento sbagliato
Con una società che non si presenta mai a parlare dopo le disfatte, l’impressione che se ne ricava è quella di un allenatore lasciato solo ad esporsi contro tutto e tutti. Un allenatore molto bravo e che con ogni probabilità diventerà ancora più bravo con il passare del tempo. Ma che non sta funzionando con questa società e con questo gruppo di giocatori. Probabilmente è l’uomo giusto, ma nel posto sbagliato e al momento sbagliato.