Manca ormai l’ultimo atto per le tre coppe europee – Champions League, Europa League e Conference League – e ci saranno altrettante italiane in gara. Non succedeva da tanto tempo e questo è indubbiamente motivo di orgoglio. Certo, non bisogna approfittare di questo exploit per dire che il calcio nostrano sia guarito, che vada tutto bene e che gli ascolti siano in crescita (sono in calo da mesi e rispetto alle passate stagioni è un bagno di sangue, caro ad della Lega Calcio De Siervo). Di sicuro, questo risultato darà una boccata di ossigeno a livello finanziario, in particolar modo all’Inter, che dalla qualificazione alla finale di Champions League incasserà in totale qualcosa come 100 milioni. Da non sottovalutare nemmeno i bottini di Roma e Fiorentina, anche se le cifre non sono minimamente avvicinabili a quelle della “coppa dalle grandi orecchie”.
La rivincita di Simone Inzaghi
Considerato il cammino in campionato, la sorpresa maggiore è rappresentata dall’Inter, che andrà a giocarsi contro il Manchester City a Istanbul il trofeo più ambito. Per mesi Simone Inzaghi è stato sulla graticola per via dei risultati in Serie A, ma una finale di Champions mette a tacere ogni critica e inevitabilmente la sua permanenza a Milano troverà nuova linfa, comunque vada a finire l’ultimo atto. In estate ci sarà da ricostruire qualcosa anche con addii eccellenti, ma l’Inter potrà farlo con un’immagine nuova e rinvigorita a livello internazionale dai palcoscenici continentali.
Il pullman di Mourinho
Raggiunge la sesta finale di una coppa europea José Mourinho, e lo fa esattamente alla sua maniera, mettendo il pullman davanti alla porta. Il ritorno in casa del Bayer Leverkusen, dopo l’1-0 all’Olimpico, è stata una gara dalle grandi barricate per i giallorossi, che anche grazie alla dea bendata si giocheranno la seconda finale di una Coppa nel giro di 12 mesi. Dopo aver conquistato la Conference League lo scorso anno, vincere anche l’Europa League sarebbe un grande traguardo e per di più, nella diatriba mediati che va avanti da mesi, metterebbe la piazza ancora di più dalla parte dello Special One, che continua a chiedere investimenti importanti alla sua dirigenza, per poter giocare alla pari con le big in Italia e nel Continente. Il Siviglia è la regina dell’Europa League, ma con Mourinho dall’altra parte, nessuna finale è scontata.
Tanti complimenti a Vincenzo Italiano, che ha dimostrato, nonostante un campionato sotto tono, di saper gestire alla grande i doppi impegni e arrivare in fondo a ben due tornei. Vincerne anche solo uno dei due significherebbe aver ridato linfa ad una società e ad un ambiente che nella storia recente non hanno avuto tante soddisfazioni.
Pioli e Allegri: zero titoli
Tornano a casa con le pive nel sacco il Milan e la Juventus, che chiuderanno le rispettive stagioni a mani vuote. Ci si attendeva sicuramente di più a livello nazionale da parte dei campioni d’Italia, che hanno ceduto il loro scettro dopo una sola stagione, mentre in Europa hanno a mio avviso fatto il massimo, eliminando un Napoli indubbiamente superiore e perdendo contro un’Inter arrivata al momento clou della stagione con più energie fisiche e mentali.
Non vede l’ora che finisca questa stagione il popolo bianconero, che non ne può dell’altalena dei punti per via dei processi sportivi, ma che ne ha anche abbastanza di una squadra molle e che nei momenti clou della stagione ha dimostrato di avere pochi attributi. Le parole di Szczesny nel post partita di Siviglia, sono purtroppo emblematiche: per vincere serve ordine, alla Juve in questo momento c’è confusione. Societaria in primis, con un allenatore – non esente assolutamente da colpe, anzi – lasciato praticamente solo a gestire tutta la baracca e a fare da parafulmine. Tutti i cicli vincenti partono da una dirigenza solida e competente, ma al momento alla Continassa c’è un vuoto da colmare al più presto con persone e idee giuste. Il tentativo di mettere ogni anno una pezza, come abbiamo visto nelle ultime stagioni, è servito solamente a prolungare l’agonia.