Quello giocato ieri al Grande Torino è stato l’ultimo derby di Massimiliano Allegri. Dovrebbe succedere qualcosa che avrebbe oltre il clamoroso affinché non avvenga il cambio di panchina alla Juventus al teine di questa stagione sportiva. Cristiano Giuntoli, infatti, è stato un abile comunicatore nel pre-partita di Toro-Juve, parlando di futuro assieme al tecnico livornese, di incontro al termine della stagione e di calciatori che si stanno già trattando su sue indicazioni.
In realtà, per ciò sappiamo, la decisione è presa: l’incontro formale (i due si vedono ti giorni e potrebbero parlarne in qualsiasi momento) si terrà solo a obiettivi raggiunti (qualificazione alla Champions League e finale di Coppa Italia). In quel momento, ad Allegri sarà comunicato l’addio, anche se poi andrà trovata una formula. In ballo ci sono oltre 13 milioni lordi, che la società bianconera dovrebbe sommare al costo del prossimo allenatore (stimato in circa 3-4 milioni netti, massimo 7 al lordo). A meno di un accordo differente, dunque, il cambio di guida tecnica costerà alla Juventus 20 milioni, senza considerare gli emolumenti degli staff.
Motta in pole per il dopo Allegri
Sì, perché se arriverà davvero Thiago Motta alla Continassa, porterà con sé anche i suoi vice, il preparatore atletico (un certo Nicolò Prandelli, vi dice qualcosa il cognome?) e tutto il cucuzzaro. Sarà un altro anno zero il prossimo della Veccia Signora, che proverà a ottenere di più di quanto ottenuto fin qui (obiettivo minimo sempre l’ingresso in Champions League) con un nuovo tecnico e qualche innesto non di primissima fascia. Anche il derby di ieri, infatti, ha confermato che ci sia aria stantìa nello spogliatoio bianconero. Serve aria fresca per ridare entusiasmo a un ambiente che soffre di troppi sbalzi di umore.
Anche nella gara contro il Toro, infatti, si è vista una Juve a due facce, con un buon primo tempo in cui almeno due delle tre occasioni create sono state divorate, e poi una ripresa non all’altezza in cui è venuto fuori il Torino e che ad un certo punto aveva tutta l’aria di beffa esattamente con la partita dell’Olimpico contro la Lazio. È stato a prescindere un derby povero di contenuti tattici e tecnici, anche per demeriti del Torino, ma proprio per questo ci si attende di più dalla squadra maggiormente blasonata.
Juventus: sostenibile oggi per vincere domani
Al quartier generale della Juventus sono ovviamente al lavoro, consapevoli che comunque il percorso sarà ancora lungo (2-3 anni Giuntoli dixit), visto che prima di tutto viene la sostenibilità industriale. Se poi si riuscirà ad accorciare questo percorso tornando a primeggiare almeno in campionato un po’ prima, tanto meglio. La priorità è ricostruire il DNA bianconero, magari ricostruendo una base di calciatori italiani, affiancati da qualche elemento esperto (il Felipe Anderson di turno) e continuando a promuovere 2-3 giovani l’anno dal settore giovanile.
Manna è già out
Di fianco al motto “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, anzi davanti a questo ora ce n’è un altro: “essere sostenibili oggi, per poter tornare grandi domani”. È il diktat della proprietà, che Giuntoli ha sposato in pieno e che porterà avanti con il suo storico staff, in arrivo a Torino nelle prossime settimane. Saluterà Giovanni Manna, che in attesa di essere annunciato dal Napoli quale nuovo ds, è stato sostanzialmente “messo di lato”. Il suo ruolo non è più operativo e non si occuperà di trattative o altre con il Football Director fino a quando non terminerà il suo contratto al 30 giugno. A sollevare il conflitto d’interessi? Il suo “amico” Massimiliano Allegri…