A Lecce la Juventus di Tiago Motta ottiene l’8° pareggio della stagione. I bianconeri non hanno vinto 11 volte su 19 partite ufficiali di questa stagione sportiva, confermando che il progetto appena avviato è ancora ben lungi dal decollare. In campionato la Vecchia signora è ancora imbattuta, ma ora è scivolata a -6 dal Napoli capolista e in attesa del recupero tra Fiorentina e Inter potrebbe allontanarsi dal 4° posto, obiettivo minimo fissato dalla proprietà della Vecchia Signora. Senza la competizione europea più importante, per i bianconeri ci sarebbe un danno da circa 150 milioni, come nella stagione in cui sono stati esclusi dalla Champions a tavolino, ragion per cui un’altra mancata partecipazione sarebbe un fallimento in primis finanziario, che comporterebbe un ridimensionamento del progetto e probabilmente a un altro azzeramento tecnico.
Questa Juventus è stanca
Un’eventualità che al momento dalle parti della Continassa non vogliono prendere minimamente on considerazione, ma di sicuro bisogna fare i conti con la cruda realtà. Oggi la Juve è un ibrido tra il recente passato a qualcosa che vorrebbe diventare, ma che è molto lontano dal diventare. Con l’attenuante (non la scusante) delle tante assenze, comunque la squadra di Thiago Motta avrebbe dovuto fare bottino pieno ugualmente a Lecce. Invece, la squadra è parsa abbastanza stanca mentalmente e nelle gambe, soprattutto nella ripresa. La costante è che questa squadra crea poco, ma tra due palle da gol nitide del primo tempo almeno una avrebbe dovuto essere concretizzata.
La rete del vantaggio è arrivata invece nel secondo tempo, quando il Lecce stava indubbiamente creando più pericoli. Dopo il vantaggio fortunoso, ci si sarebbe attesi una gestione diversa della partita, invece, si è vista una grande prova di immaturità, che ha portato i salentini a un pari tutt’altro che immeritato nel recupero. Mi ero ripromesso di non dare giudizi prima di metà novembre-dicembre e indubbiamente oggi qualcosa la si può dire. Oggi qualcuno deve dare spiegazioni in merito a diverse scelte strutturali sul mercato (davvero si pensava di poter far giocare lo spazio davanti al posto di un centravanti?) e alle numerose assenze per infortuni muscolari degli ultimi tempi.
Koopmeiners, che sta succedendo?
Non aver mai avuto fin qui tutti a disposizione è un grosso limite per l’allenatore, che però lavora a stretto contatto con lo staff atletico (portato alla Continassa da lui stesso) e da quello medico. I nuovi acquisti, a parte Kalulu, Conceicao e in parte Thuram, fin qui sono delle vere e proprie incognite. Su tutti Koopmeiners, perché se Gonzalez e Douglas Luiz hanno in parte l’attenuante del minutaggio scarso, ora l’olandese viene impiegato con continuità e a tratti è alla stregua di un ectoplasma. Se su di lui Motta basava il suo modello di gioco, oggi c’è da cercare rapidamente un’alternativa, altrimenti non se ne esce.
I punti lasciati per strada ora cominciano a essere tanti, soprattutto contro le piccole. Senza scomodare il monte ingaggi e i singoli, anche i pochi sani rimasti, che sulla carta dovrebbero essere superiori a quelli di Empoli, Cagliari, Parma e Lecce, ci si attendeva onestamente di più. E ci sono ancora tante partite da giocare senza gli eventuali rinforzi di gennaio.