Tutto facile per la Juventus contro il Sassuolo all’Allianz Stadium. Sesta vittoria di fila per i bianconeri, che nelle ultime 4 gare ufficiali hanno messo a segno 15 reti, invertendo la tendenza che voleva i bianconeri molto bravi nella fase difensiva, ma avari di reti in fase offensiva. Dopo 20 turni, la Vecchia Signora ha 49 punti, solo 2 in meno della corazzata Inter, che ora sarà impegnata nelle Final Four di Supercoppa Italiana assieme a Lazio, Fiorentina e Napoli in terra araba. L’obiettivo dichiarato rimane il ritorno in Champions League, ma se i prossimi risultati riusciranno a metter pressione ai nerazzurri, i bianconeri proveranno a rimanere in lotta per il tricolore fino alla fine.
Dallo stillicidio alla lotta per lo scudetto
Reduce dalla stagione dello “stillicidio”, in cui sembrava avesse perso il controllo della situazione, Massimiliano Allegri è tornato invece grande condottiero alla Continassa. Se quando le cose vanno male, infatti, il tecnico livornese viene additato di essere il principale responsabile, ora gli va dato atto di aver svolto in questi mesi un grande lavoro. La Juve ha perso diversi elementi di esperienza, da capitan Bonucci a Di Maria, passando per Cuadrado, Paredes e compagnia, sostituendoli con Cambiaso, Weah e un manipolo di giovani provenienti dal settore giovanile.
Con il passare delle gare sono andate via via crollando tante leggende metropolitane che circolano da tempo sull’allenatore livornese. Non allena, odia i giovani, i suoi attaccanti non segnano, lo spogliatoio lo odia e chi più ne ha più ne metta. Le assenze forzate di Pogba e Fagioli hanno accorciato in maniera importante la rosa a disposizione di “mago Max”, che ha fatto di necessità virtù, senza farne una tragedia, promuovendo diversi Under 21 e addirittura Under 18 in prima squadra, senza che i risultati ne risentissero. In questo momento, dunque, la Vecchia Signora è una squadra giovane, fresca, sbarazzina, spensierata, ma al contempo solida. Qualunque cosa faccia, che ci sia da attaccare o anche da difendere in 10 nella propria area di rigore, il gruppo crede fermamente in quello che fa in ciò che chiedono l’allenatore e il suo staff tecnico. C’è, insomma, un’unità di intenti e un Dna che dalle parti della Continassa mancava da tempo, perso tra scelte scellerate della società e situazioni contingenti che avrebbero letteralmente distrutto altri club. Sia chiaro, la strada per la riapertura di un ciclo è ancora lunga e tortuosa, ma a Torino sta stanno ponendo le basi per qualcosa di importante e anche efficientando le risorse.
Una Juventus proiettata al futuro
L’ottimo lavoro svolto negli anni passati nel settore giovanile, consentiranno alla Juventus si sopperire a situazioni come il mancato rinnovo del Decreto Crescita, che influirà in maniera importante sugli investimenti di tanti club. Il movimento calcistico italiano sta vivendo un momento molto delicato e ancora una volta dalle parti di Torino si sono confermati pionieri, poiché nessun’altro ha creduto fino a ieri all’importanza della seconda squadra. Qualcuno ha parlato malignamente di “plusvalentificio”, ma la verità è che i giovani scelti e cresciuti dalla Juve sono arrivati in prima squadra oppure sono finiti in altri club importanti, muovendosi per cifre importanti, mentre gli sconosciuti utilizzati come pacchi da altre società sono usciti dai radar del professionismo.
In tutto ciò si è innestata la regia di Cristiano Giuntoli, esaltato anche da Gleison Bremer per la sua capacità di interagire con i calciatori per motivarli e fargli capire cosa significhi essere un tesserato della Juve. Non saranno possibili spese folli, se non sovvenzionate da uscite importanti, ancora per un bel po’ di tempo, ma l’impressione è che i bianconeri vedano la luce in fondo al tunnel. Una luce molto più forte di quella che si illudono di vedere altrove.