Se ne è parlato moltissimo negli ultimi mesi ma nonostante ciò il futuro del tennista serbo ai prossimi due slam è ancora argomento di grande discussione. A circa 10 giorni dal via degli US Open 2022, Novak Djokovic, durante l’inaugurazione di due campi da tennis a Visoko, in Bosnia, ha detto la sua su quelli che saranno i suoi impegni futuri e ha parlato soprattutto della sua partecipazione al torneo di Flushing Meadows.
Djokovic salta gli US Open 2022?
Il serbo, che non è vaccinato contro il Covid-19, non può entrare negli Stati Uniti secondo le regole sanitarie vigenti e a meno di colpi di scena clamorosi non sarà al via dell’ultimo slam della stagione. Una situazione che si era presentata già a inizio stagione, con Djokovic che era partito per l’Australia con un permesso di esenzione per motivi medici in vista dell’Australian Open. Poi l’arrivo a Melbourne, l’ingresso negato e la revoca del visto.
Il serbo non scende in campo dal 10 luglio ovvero dalla finalissima di Wimbledon giocata e vinta contro Kyrgios. Nelle scorse settimane “Nole” aveva postato un video di un suo allenamento in vista degli US Open; al momento però, almeno che non cambi qualcosa a livello normativo negli Stati Uniti per chi arriva da altri Paesi, la sua partecipazione a New York non è plausibile.
Le parole di Novak Djokovic sulla vicenda
Per via delle regole vigenti negli Stati Uniti il tennista serbo nelle ultime settimane è stato costretto a saltare sia il torneo di Montreal che quello di Cincinnati e a meno di clamorosi dietrofront il serbo non sarà al via nemmeno degli US Open 2022. Della questione ne ha parlato direttamente Novak Djokovic durante l’inaugurazione di due campi da tennis a Visoko, Bosnia.
“Ho la mia idea e rimango ancorato al credo di fare ciò che una persona pensa sia il meglio per sé. Rispetto tutto e tutti e mi aspetto che gli altri facciano lo stesso con me. Non andrò in America senza permesso. Se avrò il permesso bene, altrimenti non sarà sicuramente la fine del mondo. Vorrei essere a New York, ma per il momento non posso. Vorrei essere ovunque possa giocare a tennis visto che sono un giocatore professionista. Non entro in discorsi politici o cose simili perché non mi interessa. Io voglio solo giocare a tennis”.
E ancora: “Quello che è successo in Australia non è stato il massimo per me. Molte persone credono che abbia forzato il mio ingresso e abbia provato ad entrare senza permesso ed esenzione medica. Questo non è assolutamente vero. È stato provato nelle sedi opportune. Mi piacerebbe molto tornare in Australia, la amo. Ho avuto i migliori risultati slam in quel paese. Spero che a gennaio potrò essere lì perché è ciò che voglio”.
Quello che è successo in Australia non si ripeterà e come si legge su Ansa: “le norme in vigore hanno creato polemiche anche tra i giocatori, per la diversità di trattamento tra i tennisti statunitensi non vaccinati, che possono giocare, e gli stranieri non vaccinati, esclusi”.